A processo, con l’accusa di omicidio colposo, vanno l’allora questore di Firenze Alberto Intini e altri sei tra funzionari e artificieri della polizia. Prima udienza 16 settembre 2022. Giovanni Politi, 51 anni, artificiere della polizia di Stato morì il 25 febbraio 2019 a seguito di un’esplosione all’interno della caserma Fadini di Firenze.
Il gup di Firenze Piergiorgio Ponticelli ha disposto il rinvio a giudizio per sette agenti di polizia nell’ambito dell’inchiesta per la morte di Giovanni Politi, 51 anni, l’artificiere della polizia di Stato deceduto il 25 febbraio 2019 a seguito di un’esplosione all’interno della caserma Fadini di Firenze.
A processo, con l’accusa di omicidio colposo, vanno l’allora questore di Firenze Alberto Intini e altri sei tra funzionari e artificieri della polizia. Prima udienza 16 settembre 2022. Gli imputati sono accusati anche di violazioni della normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. In base agli accertamenti, l’esplosione nella quale morì Politi si sarebbe verificata per l’accumulo irregolare di materiale esplodente in una stanza, adibita a spogliatoio per gli agenti, al primo piano della caserma Fadini. L’artificiere si sarebbe trovato nella stanza a operare con una smerigliatrice, il cui utilizzo provocò delle scintille che prima innescarono il materiale esplodente presente sul banco di lavoro, poi quello accumulato in modo irregolare nella stanza, tra cui anche fuochi pirotecnici marini scaduti e destinati alla distruzione, munizioni, polvere pirica e altri esplosivi.
Le scintille raggiunsero anche un armadietto metallico che custodiva altro materiale esplosivo, facendolo deflagrare. Lo scoppio investì in pieno Politi causandone la morte, e anche un incendio nell’ala della caserma dove si trovava lo spogliatoio degli agenti