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Intervista di Chiara Brilli all’avv. Deborah Bianchi esperta di diritto di Internet andata in onda nella puntata del 15 maggio 2019 di Benscavato vecchia talpa su Controradio.
Si chiama sex extortion la nuova frontiera delle truffe e delle minacce via internet a sfondo sessuale, che porta ogni giorno nuovi casi sotto gli occhi della polizia postale. L’elevato numero di denunce ha fatto sì che nelle varie questure e nei compartimenti della specialità scattasse un livello di allerta di classe media, allerta trasmessa anche ai cittadini insieme anche a consigli pratici da adottare.
Lo schema è solitamente lo stesso: le vittime ricevono una mail da un indirizzo Ip sconosciuto con su scritto “ciao cara vittima. Ti scrivo perché ho installato un malware dei siti porno che hai visitato. Il mio virus ha preso le tue informazioni personali e ha acceso la tua fotocamera che ti ha ripreso… se non paghi 580 bitcoin diffonderò il video a tuti (l’errore di ortografia è presente nel testo originale)”.
Il messaggio, finalizzato a gettare il panico tra le vittime e a indurle a pagare in cryptovaluta il prezzo della non pubblicazione del video, sta riuscendo a intimidire gli utenti che molto spesso cedono al ricatto.
Le forze dell’ordine invitano a tenere il seguente comportamento:
-mantenere la calma, in quanto il criminale non dispone in realtà di alcun filmato, né tantomeno di password dei profili social da cui ricavare la lista di amici o parenti
-non pagare nessun riscatto, perché, stando ai casi documentati, cedere alla minaccia determina un accanimento nelle richieste estorsive
-cambiare immediatamente la password della mail impostandone una più complessa
-non utilizzare mai la stessa password per più profili
-abilitare, se possibile, meccanismi di autenticazione forte agli spazi virtuali che associno anche l’immissione di un codice di sicurezza ricevuto sul cellulare