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Brooks Brothers, Grassi: “Meno di 100 mila euro per tre giorni di allestimenti nel museo: siamo alla elemosina.”

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Il consigliere di Sinistra Italiana ha presentato una interrogazione urgente sulla sfilata per capire costi e benefici per il Comune. Che accusa  “se poi si considera  che il Comune ha concesso, si legge sul loro sito, anche 4 giorni per allestire una mostra della Brooks Brothers dentro le stanze monumentali di Palazzo Vecchio, i 100mila euro diventano davvero una mancia che l’amministrazione ha accettato di incassare pur di ingraziarsi qualche potente del mondo della moda”.

“Meno di 100 mila euro per il Salone dei Cinquecento per la sfilata di Brooks Brothers. Un’elemosina in confronto ai disagi e alle perdite dovute alla chiusura del polo museale di Palazzo Vecchio”. Così Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a sinistra, attacca l’iniziativa della casa di moda. E incalza: “Per fare tutto ciò, il Comune ha dovuto chiudere con due giorni di anticipo ai turisti metà percorso museale e tutto Palazzo Vecchio per la giornata di mercoledì. Palazzo Vecchio e il Salone dei Cinquecento ‘sequestrati’ da tre giorni da un cantiere molto invasivo. Tre giorni di minori incassi, che da quanto abbiamo potuto vedere, hanno azzerato o quasi i visitatori, visto che le code alla biglietteria di Palazzo Vecchio sono scomparse e in tanti hanno girato i tacchi appena scoperto che il Salone dei Cinquecento era inaccessibile”.

“Potremmo dire che Pitti tutto può, perché la cifra richiesta è davvero irrisoria. Il Comune se proprio doveva ospitare questa sfilata, poteva almeno chiedere di più, visto che i soli incassi persi sfiorano la cifra incassata dal Comune, oltre ai rischi di danneggiamenti per il patrimonio artistico e per il pavimento che solo una volta rimosso tutte le strutture potranno essere verificati. Se poi si considera – continua Grassi – che il Comune ha concesso, si legge sul loro sito, anche 4 giorni per allestire una mostra della Brooks Brothers dentro le stanze monumentali di Palazzo Vecchio, i 100mila euro diventano davvero una mancia che l’amministrazione ha accettato di incassare pur di ingraziarsi qualche potente del mondo della moda”.

“Sembra proprio che sia in corso una svalutazione del valore dell’immagine di Firenze, che è sul mercato come una merce da acquistare a buon prezzo in cambio di benevolenza verso chi governa. Firenze è usata e sfruttata per l’immagine, in cambio di pochi spiccioli da un mondo, quello della moda, che sicuramente non percepisce la crisi e che anzi vede nel lusso un mercato in espansione, e che forse potrebbe restituire di più al territorio. Presenteremo una interrogazione per il Consiglio di lunedì prossimo – conclude Grassi – perché fatti due conti non ci pare neppure che siano state applicate per intero le tariffe del disciplinare del Comune di Firenze per l’affitto delle sale monumentali. E questo potrebbe significare che un incasso per l’amministrazione si possa trasformare in un danno economico”.

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