Lun 23 Dic 2024
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ToscanaCronacaShoah: una suora e una professoressa "Giuste tra le Nazioni"

Shoah: una suora e una professoressa “Giuste tra le Nazioni”

Due nuove ‘Giuste tra le nazioni’ per la Toscana: sono suor Benedetta Pompignoli e la professoressa Nella Bichi, per quanto fecero per salvare Miranda Servi Cividalli e sua madre Pia Ajò Servi.

Stamani in sinagoga a Firenze la consegna del riconoscimento “Giuste tra le Nazioni”, in memoria, delle medaglie del Memoriale della Shoah di Gerusalemme, lo Yad Vashem, a Raffaele Favilli, nipote di Nella Bichi, e Gigliola Pompignoli, nipote del fratello della religiosa, suora del convento francescano di via dei Serragli a Firenze dove mamma e figlia si nascosero nel ’43.

Tra gli interventi in sinagoga quello di Sara Cividalli, ex presidente della Comunità ebraica fiorentina e attuale Consigliere Ucei, figlia di Miranda e nipote di Pia Ajò Servi e che oggi per la prima volta ha parlato della storia della madre e della nonna, scoperta una decina di anni fa. “È un momento importante della mia vita – ha detto – e io sono nata e vivo grazie a suor Benedetta e a Nella Bichi, due donne eccezionali, speciali che, a rischio della propria vita hanno permesso alla mia mamma di vivere e poi di scegliere di farmi nascere. Madri della mia mamma e mie madri per il loro essere se stesse sempre anche nei momenti più bui, madri per quanto mi hanno regalato e per quanto continuo a scoprire”.

“La storia fa parte del nostro dna – ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, tra i presenti alla cerimonia -. Noi non dobbiamo liberarci della storia, ma attingere dal passato per costruire un futuro migliore”. Molte le scuole presenti: proprio ai ragazzi si è rivolto Nardella affermando che le nuove generazioni “hanno la fortuna di non sapere cosa è stata la guerra. Per questo abbiamo bisogno delle testimonianze”. Il sindaco di Firenze ha rivelato poi di “aver scovato negli archivi storici quali fossero i documenti che i funzionari del Comune stilavano negli anni delle persecuzioni razziali”, confessando di “aver sentito una stretta al cuore quando ho trovato stampato tutti i documenti di schedatura dei cittadini fiorentini di razza ebraica”.