“Siamo tutti Gkn”, “La lotta operaia non si ferma”: sono alcuni degli slogan gridati dalle 10mila persone che questa mattina, in piazza Santa Croce a Firenze, manifestano in occasione dello sciopero generale di quattro ore indetto a sostegno dei 422 lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio (Firenze) per i quali la proprietà ha avviato le procedure di licenziamento collettivo. Uno stralcio dell’intervento di Dario Salvetti Rsu Gkn dal palco allestito in piazza.
“Firenze difende il lavoro”, è il titolo di una Santa Croce gremita. Nel giorno dello sciopero generale e dell’adunata voluta dai sindacati per dire di ‘no’ ai 422 licenziamenti dello stabilimento di Campi Bisenzio, gli applausi sono tutti per Campi Bisenzio. GKN. Che arrivano in corteo aperto da un maxi striscione con su scritto il loro motto, ripreso dalla Resistenza, “insorgiamo”, con le magliette del collettivo di fabbrica, i tamburi, i fischietti e i fumogeni, cantando la loro rabbia e la loro speranza, come hanno già fatto la scorsa settimana per cinque ore sotto la Prefettura, durante il primo tavolo convocato dal ministero per lo Sviluppo economico.
“Siamo entrati in piazza con la bandiera dell’Anpi e quella originale della brigata Sinigaglia perché i ventenni bui a volte capitano nella storia, ma c’è un giorno in cui finiscono. E io non so se questo è il giorno, ma so che abbiamo l’obbligo di provare a insorgere, di provare a trasformare questa lotta in una mobilitazione più generale, altrimenti non ci salviamo. E Firenze suoni la Martinella per dire che entriamo in guerra e che bisogna liberarsi. Insorgiamo insieme”, grida Dario Salvetti, della Rsu aziendale.
Ci sono in forze i vertici territoriali di Cgil, Cisl e Uil, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, i sindaci di Firenze e Prato, Dario Nardella e Matteo Biffoni, e con loro i primi cittadini e i gonfaloni dei 42 comuni della Città metropolitana. Ci sono i partiti e le associazioni, che in questi giorni hanno dato supporto e sostegno concreto al presidio permanente davanti alla fabbrica.