Firenze, per quanto riguarda la siccità in Toscana e Liguria, la situazione non gravissima ma preoccupante, da monitore attentamente nella sua evoluzione anche in considerazione dell’imminente inizio della stagione irrigua e turistica.
Il territorio di distretto dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale mantiene un livello di ‘severità idrica media’, inquadrando come aree di maggior attenzione per quanto riguarda la siccità, il ponente ligure, il Magra, la Toscana nord e la costa livornese.
È quanto emerge dal bollettino dell’Osservatorio permanente degli utilizzi idrici. Dall’analisi emerge la necessità di delineare sin da ora azioni da mettere in atto nel breve e medio periodo, da affiancare a interventi più strutturali previste nella pianificazione di distretto e nelle diverse linee di finanziamento attivate negli ultimi anni, si spiega in una nota. In Toscana a marzo è piovuto poco meno della media calcolata sugli ultimi 30 anni, 65 mm contro i 79 mm attesi.
La regione continua a risultare divisa in due settori, uno nordoccidentale in condizioni di deficit (ancora dell’ordine di 500 mm sull’anno,) ed uno sudorientale, caratterizzato da apporti leggermente superiori alla media. Se si rapporta la situazione all’anno, si ha un deficit dell’8,6% con una perdita di pioggia di 90 mm.
Se invece il confronto si fa dal gennaio 2022, da cui sostanzialmente ha preso avvio il periodo siccitoso, si ha un deficit di circa il 18%. In Liguria le piogge sono state nella media, più scarse nell’estremo ponente ligure, e le temperature superiori alle medie stagionali.
Le portate nel reticolo sono basse, e ciò comporta anche criticità sulla ricarica delle falde alluvionali, che in alcuni punti sono ai minimi (o sotto) storici. Il minimo storico (livelli del 2017) è stato raggiunto anche dalla falda del Polcevera, utilizzata più massicciamente del solito ad uso potabile per preservare le acque invasate nella diga di Brugneto, che ha un livello analogo a quello di luglio (circa 17 Ml mc).
Ancora critica la falda del Roia, la più importante della Liguria e che alimenta anche parte della Cosa Azzurra. Molti comuni risultano in condizioni di criticità o lo saranno a breve per quanto riguarda l’approvvigionamento potabile, conclude la nota.
In Umbria il 2022 registra un deficit di apporti pluviometrici dell’ordine del 15%, che aumenta al 40/50% se la valutazione viene fatta sui primi otto mesi dell’anno.