Con 229 voti favorevoli, 27 contrari e 3 schede bianche l’assemblea dei lavoratori della Beko di Siena ha promosso l’accordo sottoscritto l’altro giorno al MIMIT
229 voti favorevoli, 27 contrari e 3 schede bianche: è l’esito della consultazione dei lavoratori del sito di Beko a Siena sul testo preliminare dell’accordo raggiunto tra azienda, sindacati e Ministero delle Imprese e del Made in Italy di martedì 8 aprile. Hanno votato 259 dei 296 dipendenti totali, di cui 234 su 268 operai e 25 dei 28 impiegati. Dunque, la percentuale del ‘sì’ sul totale dei votanti è pari all’88,42%.
L’accordo prevede la chiusura dello stabilimento Beko Siena entro il 31 dicembre 2025, con la successiva acquisizione del sito da parte di Invitalia e del Comune di Siena per avviare un processo di reindustrializzazione.
I lavoratori avranno la possibilità di aderire a un piano di incentivi all’esodo, ricevendo un’indennità di 90.000 euro lordi, se lasceranno volontariamente l’azienda entro dicembre 2025, oppure optare per una cassa integrazione conservativa della durata di 24 mesi, accompagnata da un contributo una tantum di 15.000 euro lordi. La firma definitiva dell’accordo è prevista per lunedì 14 aprile al Mimit.
“Beko pensava di fare un affare e con 2.000 esuberi chiudere metà del gruppo, non glielo abbiamo lasciato fare”. Lo ha detto a Siena la segretaria nazionale della Fiom Cgil Barbara Tibaldi parlando coi giornalisti a margine dell’incontro coi lavoratori incontrati alla vigilia dell’assemblea chiamata a votare l’accordo preliminare tra azienda, Governo e sindacati raggiunto al Mimit.
“Per quanto riguarda Siena, in particolare, c’è un elemento di garanzia nuovo – ha aggiunto -: lo stabilimento viene acquisito direttamente da un ente del Governo che è Invitalia, questo significa che la sfida della reindustrializzazione non è solo quella dei lavoratori ma è una necessità condivisa con il Governo e con le istituzioni”.
“Questi lavoratori sono sereni in assemblea – ha concluso – perché sanno che la loro battaglia non è stata tesa a difendere gli anni che li separavano dalla pensione, ma a difendere lo stabilimento e il territorio”.
Sulla Beko “ho voluto fare una battaglia impegnando la regione con forza in prima persona” perché quei 300 lavoratori “sono la realtà manifatturiera più importante che c’è a Siena. Io non potevo permettermi di vedere una città così importante per la Toscana come Siena lasciarsi andare solo ad attività economiche legate al commercio e al turismo. Quello è lo stabilimento manifatturiero fondamentale” questo quanto invece ha dichiarato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani