Gio 26 Dic 2024
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ToscanaCronacaSiena, spazi pubblci: scattano le norme "antifasciste"

Siena, spazi pubblci: scattano le norme “antifasciste”

A Siena per poter utilizzare qualsiasi spazio pubblico, piazza del Campo compresa, bisognerà rispettare le norme “antifasciste” introdotte nei regolamenti e moduli comunali. È il secondo capluogo in Italia ad adottare simili norme.

Le modifiche apportate ai regolamenti comunali, approvate all’unanimità dal consiglio comunale il 30 gennaio scorso, secondo gli indirizzi già varati il 13 luglio 2017, sono ora pienamente operative.

A comunicarlo in una nota l’amministrazione comunale che ricorda come Siena sia “stata la prima città in Toscana ed il secondo capoluogo di provincia in Italia ad approvare un atto di questo tipo”. L’adeguamento normativo riguarda ogni regolamento “in cui si prevede la concessione e/o autorizzazione a terzi da parte del Comune di Siena per l’utilizzo di spazi, aree o strutture pubbliche”. Tra questi, sono stati aggiornati i regolamenti di polizia municipale, per l’uso di piazza del Campo, per le occupazioni di spazi ed aree pubbliche e per l’applicazione del relativo canone (Cosap), per la gestione e l’uso degli spazi del Palazzo Comunale, per la gestione e l’uso della Galleria di Palazzo Patrizi, per l’uso dei teatri comunali, della Fortezza, degli impianti sportivi, dei beni comuni.

Ogni regolamento è stato integrato con l’articolo finale ‘Tutela dei principi della Costituzione Repubblicana’ che sottolinea come “il Comune di Siena informa il proprio ordinamento interno e la propria attività amministrativa, anche nei rapporti con gli amministrati, ai principi sanciti dalla Costituzione Repubblicana, dalla XII Disposizione transitoria e finale della stessa Costituzione, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dal complessivo quadro normativo nazionale e internazionale, volto a sancire il divieto di condotte riconducibili alla riorganizzazione del disciolto partito fascista, ovvero usuali di organizzazioni fasciste e naziste e ad ogni forma di discriminazione prevista dalla legge”.