Prato, preoccupazione espressa dai sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil, per l’aumento delle rette nelle Rsa della città toscana, critici infatti della situazione, Lorenzo Pancini, segretario generale Cgil Prato, Marco Bucci, segretario confederale Cisl Firenze-Prato e Rodolfo Zanieri, segretario confederale della Uil di Prato.
“Anche a Prato il mondo della non autosufficienza e degli anziani che hanno necessità di assistenza e che vengono ricoverati nelle Rsa sta registrando un gravissimo corto circuito. – si legge in una nota dei sindacati – La Regione da un lato dice che non ci sono risorse per aggiornare le quote sanitarie a carico del sistema pubblico, dall’altra i gestori privati rovesciano le loro pretese sugli utenti e le famiglie, comunicando aumenti sulle quote sociali fra i sei e i dieci euro al giorno: un salasso che porterà costi aggiuntivi per le famiglie per ulteriori 3.500-4.000 euro all’anno”.
“In questi giorni – sottolineano – purtroppo abbiamo notizie che la maggioranza dei gestori privati che operano nel territorio pratese stanno procedendo unilateralmente di fatto ad un innalzamento della quota sociale fino a 63 euro, con un salasso per le famiglie di ulteriori 9-10 euro al giorno, ossia 300 euro in più al mese e oltre 3500 euro l’anno. Si tratta di una notizia gravissima, che, se confermata nella sua applicazione, ‘scasserà’ la tenuta dell’accesso ai servizi e avvierà una ‘selezione naturale’ sul riconoscimento di un diritto costituzionale sulla base della logica di chi potrà permetterselo. Cgil, Cisl e Uil lanciano l’allarme perché questa deriva sia bloccata e annunciano il lancio di una petizione su larga scala che denunci la gravità della situazione e il meccanismo perverso avviato”.