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🎧 Sindaci: la fuga dalle candidature

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Rinunce eccellenti, difficoltà nelle coalizioni a trovare sindaci, dinieghi persino nel fare il secondo mandato. Come è perché si sta verificando questa “crisi di vocazione” per la carica di primo cittadino?

Il prossimo autunno si voterà per le elezioni amministrative in 1334 comuni italiani. Tra questi, Napoli, Milano, Roma, Torino e Bologna. In Toscana si voterà in 30 comuni, tra cui Grosseto, Montevarchi, Reggello e Sesto Fiorentino. E in alcune realtà – anche importanti – manca ancora e si fatica a trovare il candidato.

Dal caso di Bertolaso, che ha Roma a rinunciato ad essere il candidato del centro destra, alla Appendino che ha detto no al suo secondo mandato a Torino, fino – per arrivare in Toscana – al caso di Giovanni Fontana Antonelli che ha rinunciato, a Grosseto, ad essere il candidato del centro sinistra.

In realtà si tratta della conferma di una tendenza iniziata da alcuni anni. Ed il frutto di un processo che si è innescato dopo un decennio di entusiasmo. La legge che disciplina l’elezione del Sindaco è infatti del 1993. Anni caldissimi, dove si favoleggiava di Seconda Repubblica.

E con quella legge semipresidenzialista, il “popolo”, gli elettori votarono per Castellani a Torino, Bassolino si impose a Napoli contro la Mussolini, in Sicilia Leoluca Orlando a Palermo e Bianco a Catania, Rutelli batté Fini a Roma, Sansa vinse a Genova e un più giovane e meno conosciuto De Luca diventava Sindaco di Salerno.

Quella legge sui sindaci sembrava il motore di un grande cambiamento e in larga parte lo fu. Ma nel corso degli anni ha iniziato a mostrare i suoi limiti. Il prof. Gianfranco Cartei, docente di Diritto amministrativo all’Università degli studi di Firenze, fa una analisi molto dettagliata del perché diventa sempre più difficile trovare un volenteroso ed entusiasta candidato a sindaco.

Oggi il primo cittadino ha enormi responsabilità civili, penali, politiche e amministrative. Non ha più alle spalle un sistema di partiti solido in grado di sostenerlo nelle scelte più difficili. Da un punto di vista simbolico viene visto dai cittadini come un’entità onnipotente e per questo responsabile di tutto il possibile, dunque il primo destinatario di rabbia e frustrazione (o anche peggio). Il carico di lavoro è veramente notevole a fronte di uno stipendio modesto, modestissimo appena smettiamo di parlare di grandi città. E a fronte di una riconoscenza pari spesso a zero.

Queste alcune motivazioni che il prof. Cartei approfondisce nell’intervista realizzata da Raffaele Palumbo e che è possibile ascoltare in Podcast.