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Sindaco di Piombino: “Giorgia Meloni ha ritenuto sottolineare, che Piombino ha già dato e quindi non merita la collocazione di un rigassificatore all’interno del suo porto”

piombino

Nella sede della Regione Toscana a Firenze si è svolta la seconda riunione della conferenza dei servizi per il rigassificatore di Piombino. Presenti il presidente della Toscana e commissario straordinario dell’opera, Eugenio Giani, i rappresentanti degli enti chiamati a dare il parere e due dirigenti di Snam.

Fuori dalla Regione un piccolo presidio di protesta con il presidente dell’associazione Idra e una cittadina di Piombino con un cartello con scritto che un rigassificatore “vicino a un centro abitato è una bomba”.

Francesco Ferrari, sindaco di Piombino, prima di entrare nella sede della Regione ha ribadito: “Noi siamo contrari alla nave in porto, ne abbiamo spiegato tecnicamente le ragioni, e siamo contrari alla collocazione per 25 anni di un impianto offshore, in considerazione del fatto che è illogico porre quella nave in un impianto fisso tra le isole dell’Arcipelago toscano, nel Santuario dei cetacei”.

E ai giornalisti che gli chiedevano un commento alla posizione della leader del suo partito nei mesi scorsi: “Giorgia Meloni ha ritenuto sottolineare, e per questo gliene sono grato, -ha detto il sindaco Ferrari – che Piombino ha già dato e quindi non merita la collocazione di un rigassificatore all’interno del suo porto, detto questo ha anche affermato che i rigassificatori sono fondamentali su questo sono anche io molto d’accordo e che se c’è un’alternativa a Piombino va perseguita”.

Le dichiarazioni del sindaco di Piombino si riferivano ad un’intervista dell’8 settembre scorso, in occasione del comizio elettorale a Firenze di Giorgia Meloni, nella quale la leader di Fratelli d’Italia, aveva affermato di essere “in piena sintonia” con Ferrari, spiegando che “abbiamo l’obbligo di verificare se negli stessi tempi, quindi senza allungare i tempi, possa esistere una sede più adeguata di quella di Piombino per non far ricadere tutti i sacrifici sulla stessa città”.

Poi, aveva proseguito Meloni, “se quella alternativa non esistesse, poiché noi abbiamo il problema di liberarci dalla dipendenza russa il prima possibile e di essere indipendenti, allora bisognerà una volta tanto dimostrare che c’è una politica diversa nell’offrire le compensazioni necessarie alla città, giuste per la città, e nel coinvolgere anche l’amministrazione che finora non è stata coinvolta molto, e secondo me anche quello è un grande errore del governo precedente”.

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