Firenze, il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, dichiara la sua netta contrarietà all’istituzione di un Cpr (Centro per i rimpatri), in Toscana.
“Ho appreso dalla stampa che in sede di conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza sarebbe stata avanzata la proposta di creazione di un Centro di permanenza per i rimpatri in Toscana e che tale proposta avrebbe raccolto una generale condivisione. Non so chi si sia espresso in tal senso, ma personalmente sono profondamente in disaccordo, così come credo che lo siano molti altri colleghi sindaci”. Così il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi.
“L’esperienza dei Cpr ha presentato fino ad oggi fortissimi limiti e problemi – aggiunge in una nota -: non funzionano e mostrano drammatiche carenze riguardo il rispetto dei basilari diritti delle persone confinate, non di rado per periodi lunghissimi. Si tratta di fatto di centri in cui, per loro natura, non finiscono solo persone che hanno compiuto reati, ma anche donne e uomini senza documenti o a cui è scaduto il permesso di soggiorno o addirittura anche i richiedenti protezione internazionale”.
Per Falchi “non è un caso, quindi, che in Toscana la scelta sia sempre stata l’opposizione a tali centri, non certo per mere questioni di collocazione delle strutture stesse, ma come chiara posizione politica”. “Il fatto, poi, che il ministro delle Infrastrutture si sia così facilmente rallegrato – conclude – dovrebbe essere motivo per una riflessione, specie a sinistra, che auspico si possa sviluppare al più presto”.
A riaprire la discussione sul Cpr era stato il prefetto di Firenze Valerio Valenti, che durante un’intervista aveva infatti riaperto la porta sul tema, proponendo l’istituzione di un Centro di permanenza per il rimpatrio per i cittadini stranieri irregolari in Toscana.
A dare man forte al prefetto era stato il primo cittadino fiorentino Dario Nardella, che aveva affermato più volte che un Centro di permanenza per il rimpatrio in Toscana sarebbe servito, mentre sulla questione della localizzazione il sindaco si era mantenuto più vago.
Per quanto riguarda Eugenio Giani, dopo un iniziale silenzio, il governatore ha preso tempo in attesa di capire esattamente dove potrebbe essere realizzata la struttura, ipotizzata di avere una cinquantina di posti in tutto.