Firenze, “Dobbiamo scegliere le vie più rigorose – ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, intervenuto a Rainews24 – io oggi avrò un incontro col prefetto di Firenze e insieme decideremo se e quali piazze chiudere nel weekend”.
“Firenze, città bellissima, – ha poi detto il sindaco Nardella – col bel tempo diventa il luogo ideale dove uscire nelle piazze senza particolari motivi o necessità e questo può contribuire ad aumentare il contagio”.
“Tra i cittadini e gli imprenditori c’è molta preoccupazione in relazione all’incertezza di questa emergenza – ha aggiunto il sindaco di Firenze – È difficile avere la palla di vetro e riuscire a prevedere quando usciremo da questa situazione. Ci sono le buone notizie dei vaccini, delle cure, la distribuzione avverrà comunque non prima della primavera. Da qui ad allora l’unico vero metodo che si può applicare è quello di ridurre al massimo i contatti, gli assembramenti, le occasioni per uscire di casa”.
“L’eccesso di protagonismo delle Regioni può essere un problema. L’impalcatura si regge se c’è un principio di leale collaborazione, io vedo che c’è la voglia di svettare di protagonismo politico che poco ha a che fare con la leale collaborazione tra Stato e Regioni. E’ un problema complessivo – ha aggiunto -. Non è una questione di destra o di sinistra ma di approccio, di visione della classe dirigente che di fronte ad un’emergenza deve farsi vedere unita davanti ai cittadini”.
Il sindaco ha poi detto che “c’è un problema di classe dirigente. I partiti non fanno più selezione di classe dirigente da una vita, non c’è più formazione politica: io vengo da una esperienza amministrativa ma se non fosse stata per quella nessuno mi avrebbe detto come mi sarei dovuto comportare di fronte alla responsabilità di gestire la cosa pubblica. E’ un problema gigantesco, purtroppo nell’emergenza questi nodi vengono al pettine. Ci stiamo accorgendo che la classe dirigente del nostro paese spesso non è all’altezza ed è quello di cui si accorgono i cittadini”.
“Ci siamo resi conto – ha concluso – che in questa emergenza il sistema costituzionale che dà molta autonomia alle Regioni entra spesso in crisi. Credo che in una emergenza sanitaria come questa la centralizzazione di decisioni di poteri sia opportuna: troppe volte assistiamo a tensioni, scontri, polemiche tra regioni e Stato che generano incertezza e sfiducia tra i cittadini. La Toscana entra in questa zona arancione un po’ con questo clima e devo dire che i nostri imprenditori arrivano a preferire maggiori restrizioni pur di uscire il prima possibile dall’emergenza e salvare magari il Natale”.