Oreste Giurlani, primo cittadino di Pescia sostenuto da 5 liste civiche, è atteso domani davanti al gup di Firenze: la procura ha chiesto il suo rinvio a giudizio per peculato.
“Dimostrerò che sono innocente, ma le mie vicende giudiziarie non influiranno comunque sul mio lavoro da sindaco”. A parlare è Oreste Giurlani, nuovamente eletto domenica scorsa, sostenuto da 5 liste civiche, primo cittadino di Pescia (Pistoia): già sindaco della cittadina del Pistoiese col Pd, un anno fa aveva dovuto lasciare l’incarico per un’inchiesta che l’1 giugno 2017 aveva portato anche al suo arresto.
Domani è atteso davanti al gup di Firenze: la procura ha chiesto il suo rinvio a giudizio per peculato, accusa relativa a quando era presidente di Uncem, l’Unione delle comunità montane della Toscana. L’udienza preliminare si era aperta lo scorso 6 giugno, con rinvio poi a domani in seguito alla richiesta della difesa di valutare eventuali riti alternativi.
“Qualunque sarà l’esito – spiega Giurlani in riferimento all’udienza preliminare -, questo non cambierà il mio compito in Comune. Sono già stato assolto dall’accusa di non aver pagato i contributi Inps ad alcuni dipendenti dell’Uncem e proverò anche stavolta la mia innocenza”. “Per la legge Severino – prosegue ancora – solo una condanna definitiva in terzo grado può avere effetti e far decadere dalla carica un sindaco. Per questo mi sono ricandidato: la vicenda Uncem non inciderà assolutamente sul mio mandato”.
Infine da Giurlani una stoccata ai partiti: “In 30 anni destra e sinistra non hanno mai fatto niente per Pescia. Io, che dopo l’arresto ero stato costretto a dimettermi da sindaco Pd, ho intrapreso stavolta un percorso civico e ho vinto con oltre il 61% dei voti, battendo con un vero programma il candidato di centrodestra che ha fatto unicamente una campagna elettorale contro di me. E ora per governare la città non dovrò più subire le pressioni dei partiti come in passato”.