Sabato 19 ottobre il corteo regionale “Giù le mani dal Rojava” partirà da Piazza Santa Maria Novella (ore 15). La volontà è quella di denunciare gli interessi economici e finanziari italiani, la passività e complicità delle amministrazioni rispetto alla situazione kurda. “La Regione Toscana e il Comune di Firenze si sono schierate contro la guerra illegittima scatenata da Erdogan ai danni della resistenza kurda”, hanno detto i consiglieri Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (SPC).
Presenti alla conferenza Erdal Karabey (portavoce della comunità kurda in Toscana), Alessandro Orsetti (padre di Lorenzo Orsetti), Cecilia Soldino (attivista solidale appena rientrata dalla Siria) e Dmitrij Palagi (Consigliere comunale Sinistra Progetto Comune). Il corteo avrà ad oggetto l’opposizione alla guerra, contro l’aggressione turca in Rojava e Siria del Nord, per la liberazione del presidente Ocalan e degli 11.000 prigionieri politici in Turchia, per ritiro del Pkk dalla lista antiterrorismo UE.
La manifestazione passerà sotto le finestre di Regione, Prefettura e Comune “per dire con forza che non volgiamo affari di sangue con il regime turco, che le nostre istituzioni devono fare atti concreti per il sostegno del movimento Kurdo guidato dal Pkk ed il riconoscimento dell’esperienza del Rojava e della Siria del nord”.
Da oltre una settimana la Turchia ha dispiegato le proprie forze attaccando il Rojava e l’esperienza di autogoverno della Siria del Nord. “Le responsabilità politiche e militari vanno cercate sia nel regime turco che nelle politiche imperialiste delle potenze regionali. Il rischio è quello di scatenare ancora una volta pericolosi scenari di guerra, generare nuove migrazioni di profughi in fuga e continuare a mantenere tutto il Medio Oriente in situazione di conflitto permanente”, sono le parole degli organizzatori del corteo regionale.
La denuncia è anche nei confronti delle timide prese di posizione italiane: “Nessuna reale intenzione di rinunciare alle relazioni con un partner economico importante come la Turchia, fra i principali acquirenti degli armamenti “made in Italy” prodotti da Leonardo-Finmeccanica, per conto dello Stato italiano anche nello stabilimento di Campi Bisenzio. Nessuna intenzione di rinunciare agli affari finanziari per banche come Unicredit e Intesa San Paolo. Nessuna intenzione di rinunciare alle commesse turche per Impregilo, Alenia e Beretta spa. E attraverso la missione NATO Active Fence dispiega militari italiani a protezione dello spazio aereo degli aggressori turchi”, si legge nel comunicato.
La guerra ha attaccato la popolazione civile in maniera diretta, mirata. Fin dal primo giorno sono stati colpiti obiettivi civili. Sono state bombardate le strutture ospedaliere, così come le ambulanze che tentavano di avvicinarsi alle zone di guerra. Il Governo italiano ha delle responsabilità e potrebbe attivare delle soluzioni per fermare la guerra, per questo domani saremo in piazza, per fare richieste chiare ad un Governo che ha ancora enormi relazioni commerciali e militari con la Turchia”. Lo ha detto Cecilia Soldino, attivista fiorentina appena rientrata dalla Siria.
“Aiutare il popolo curdo è un discorso di cuore e di testa. L’Europa non sta facendo niente, sta alla gente far sentire la propria voce”, sono le parole di Alessandro Orsetti. “Salutiamo tutti i nostri guerrieri – ha detto Erdal Karabey, presidente dell’associazione culturale Kurdistan in Toscana – che combattono contro l’occupazione in Turchia. Noi andiamo avanti a combattere, ma dobbiamo anche prendere decisioni. Il Parlamento deve prendere decisioni, serve solidarietà per fermare questa guerra, questi crimini”.
In tutta la Toscana e a Firenze ci sono infatti molteplici iniziative tra cui il Presidio promosso dai sostenitori di Friday For Future di Venerdì 18 alle ore 15.30 sotto la Leonardo a Campi Bisenzio. La denuncia riguarda il legame profondo tra guerra ed inquinamento ambientale.
Le parole di Dmitrij Palagi, Alessandro Orsetti e Cecilia Soldino ai microfoni di Controradio a cura di Gimmy Tranquillo.