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🎧 Prato, moda: è crisi profonda anche per il ‘fast fashion’ cinese

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Il sistema della moda è in profonda crisi: Prato e l’hinterland fiorentino, il distretto italiano in cui ci sono la maggior parte delle imprese tessili, del pronto moda e degli accessori per la pelletteria, sono la prima linea di questa caduta libera che genera ricorso massiccio alla cassa integrazione, licenziamenti e un forte impoverimento del territorio. Persino le ditte cinesi, solitamente schive alle scosse del mercato, lanciano un grido d’allarme.

PRATO – I numeri di oggi sono i peggiori di sempre: persino gli imprenditori cinesi gridano all’allarme. Eppure, la moda, ha conosciuto molte crisi a singhiozzo negli ultimi tre decenni. Questo dà la dimensione del tonfo che il tessile pratese, il pronto moda dominato dai cittadini cinesi, le ditte di accessori per il lusso accessibile (soprattutto pelletteria e borse) di Scandicci stanno vivendo.

Il primo campanello d’allarme era arrivato proprio da lì agli inizi dell’anno: centinaia di lavoratori in cassa integrazione e magazzini pieni. Il mercato era saturo e dopo 15 anni di segno ‘+’ l’industria di Scandicci si ferma. Sarà anche una “crisi di sistema”, ma si sa bene che quel sistema in Italia è rappresentato soprattutto dal nord della Toscana, dove il comparto moda dà lavoro a 130 mila addetti.

L’analisi dell’Istat chiarisce che nei primi sette mesi del 2024 il settore tessile abbigliamento e pelli ha visto un calo della produzione del 10,8% rispetto allo stesso periodo del 2023. E analizzando i tassi di crescita dei settori economici a due cifre della classificazione Ateco delle attività economiche emerge, nel periodo da maggio 2022 a luglio 2024, un calo ancora più accentuato, pari al -25%.

Numeri che coinvolgono da vicino anche le industrie tessili pratesi, corse ai ripari con una riunione che la scorsa settimana ha coinvolto le istituzioni locali per la presentazione di documento al governo, affidato all’assessora regionale al Lavoro Alessandra Nardini, proprio in queste ore in missione nella Capitale. Nei vari interventi che si erano succeduti nel corso di quell’incontro era emerso che “molte imprese sono preoccupate sia per la mancanza di commesse e per l’indebitamento al quale devono comunque fare fronte”, per questo è stata richiesta al governo una moratoria sui prestiti.

Forse però, l’aspetto più sorprendente riguarda il pronto moda, ovvero il distretto del fast fashion guidato dagli imprenditori cinesi che sorge a sud di Prato. Per la prima volta si parla pubblicamente di uno stop clamoroso: “Il fatturato delle nostre imprese  – dice Wang Liping, presidente Cna World China – nel 2024 si è dimezzato: il 40% delle nostre aziende è in vera difficoltà”.

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