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Slow Food difende legge su mense Toscana impugnata dal CdM

Slow Food difende la recente legge regionale della Toscana, che incentiva l’utilizzo di prodotti alimentari a km 0 nelle mense scolastiche toscane, contro – invece – l’impugnazione da parte del Governo della stessa legge davanti alla Corte Costituzionale.

Il testo regionale prevede che il finanziamento di progetti-pilota in cui si stabilisca di utilizzare almeno il 50% di prodotti agricoli e ittici toscani a km 0. “Siamo convinti che il principio che ha mosso la delibera toscana sia corretto, valido e percorribile – afferma Slow Food Toscana in una nota -, che ha una visione politica lungimirante, che si preoccupa del futuro curando il presente: pertanto sosteniamo tutte le politiche che procedono in questa direzione, a favore cioè di una mensa a misura di comunità”.

Slow Food ricorda di aver “accolto con grande interesse e soddisfazione la notizia della approvazione all’unanimità da parte del Consiglio Regionale della Toscana della Legge che incentivava il consumo di prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura nei servizi mensa”. L’associazione rivendica il suo progetto ‘Pensa Che Mensa’ con cui “si pratica l’intercultura e si valorizzano le differenze, a partire dalla biodiversità” e ricorda alcuni casi concreti, tra cui il progetto ‘Pappa Toscana’ a Terranuova Bracciolini (Arezzo), quello della Piana fiorentina che coinvolge scuole e un’azienda di ristorazione collettiva, e un altro del Parco delle Foreste Casentinesi che hanno promosso momenti di formazione per docenti e genitori.

Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare la legge regionale, approvata a dicembre 2019, a causa di alcune norme inerenti l’aggiudicazione di appalti per la ristorazione scolastica che violerebbero l’articolo 117 della Costituzione (primo comma, e secondo comma, lettera e), sia sotto il profilo della restrizione alla libera circolazione delle merci, sia sotto il profilo della restrizione della concorrenza.

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