Lun 23 Dic 2024
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SNPA, in Toscana continua il consumo del suolo

Firenze, secondo il rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2021”, che fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo in Italia, permettendo così di valutare l’impatto del consumo di suolo sul paesaggio e sui servizi ecosistemici, nel 2020 è continuato con un aumento rispetto al 2019 il consumo del suolo.

Il monitoraggio del consumo di suolo avviene sotto la responsabilità del SNPA, attraverso una specifica rete di referenti che coinvolge Ispra e le Agenzie per la protezione dell’ambiente delle Regioni e delle Province Autonome, tra cui ARPAT.

In termini assoluti, in Toscana risultano consumati 141.722 ettari di suolo al 2020, il 6,17% del territorio regionale, dato che si pone al di sotto della media nazionale, ma bisogna considerare che nel 2019 gli ettari di suolo consumato erano 141.440 e la percentuale del 6,15.

I valori percentuali più elevati del suolo consumato sono nelle province di Prato (14,23%), Pistoia (10,22%) e Livorno (10,02%). I primi tre comuni in termini di percentuale di superficie artificiale rispetto ai confini amministrativi sono invece Forte dei Marmi con una percentuale del 46,1, Firenze 41,9 e Viareggio 38,5.

L’incremento rispetto al precedente anno è di 214 ettari (nel 2019 era stato di 230), un incremento percentuale di 0,15% (0,16% nel 2019), a fronte di una media nazionale di 0,24%. Gli incrementi maggiori, indicati dal consumo di suolo netto in ettari dell’ultimo anno, sono avvenuti nelle province di Pisa con +46 ettari e Firenze con +41.

La densità dei cambiamenti netti del 2020, ovvero il consumo di suolo rapportato alla superficie territoriale, rende evidente il peso della provincia di Prato che consuma 4,67 m2 ogni ettaro di territorio, contro una media regionale di 0,93 e nazionale di 1,72. Firenze, con un incremento di superficie artificiale di 16,46 ettari, è il Comune toscano che più ha trasformato il suo territorio, seguito da Montemurlo (PO) con 11,12.