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Soldi per far transitare furgoni, arrestati quattro parà a Prato

In servizio di pattugliamento a Prato per l’operazione Strade sicure, sono stati arrestati quattro parà che pretendevano denaro in cambio del transito di furgoni di cittadini cinesi. L’Esercito li sospende, ‘sdegno e condanna’

Erano in servizio di pattugliamento sulle strade di Prato, nell’ambito dell’operazione Strade sicure, ma per far passare cittadini cinesi che transitavano con i loro furgoni nella zona industriale del Macrolotto 1, a sud della città, pretendevano e ottenevamo denaro. Per questo quattro parà del 183° Nembo di Pistoia sono stati arrestati e posti ai domiciliari con l’accusa di concussione dopo un’indagine condotta dalla squadra mobile.
I militari sono tutti ‘di carriera’: hanno tra i 22 e i 43 anni e sono originari delle province di Prato, Pisa e Pistoia.

Le misure cautelari, eseguite dal gip su richiesta del sostituto procuratore Lorenzo Gestri, sono il frutto di un’inchiesta nata da un’informazione confidenziale arrivata alla Digos. I casi contestati al momento sono otto, tra maggio e luglio: ogni volta si trattava di somme che andavano dai 50 o 100 euro.

Non è chiaro da quanto i quattro militari avessero iniziato a pretendere soldi dagli autisti dei furgoni, come è stato spiegato anche dagli inquirenti. Di certo dopo la segnalazione i telefoni cellulari dei paracadutisti sono stati messi sotto controllo. Tra l’altro i pattugliamenti e i controlli avvenivano in zone dove non era previsto lo schieramento dei militari dell’operazione Strade sicure. I cittadini cinesi vittime delle concussioni avevano creato una chat nella quale veniva segnalata la presenza in strada dei militari che taglieggiavano gli autisti.

L’Esercito esprime “profondo sdegno e condanna” per la vicenda. “Il personale coinvolto – si legge in una nota – si è macchiato, laddove le attività di indagine lo confermassero, di un comportamento inqualificabile per uomini e donne che indossano l’uniforme” e, “confermando la massima collaborazione e trasparenza con gli organi inquirenti, l’Esercito ha già avviato tutte le procedure per l’immediata sospensione dei militari dal servizio”.
La Forza armata – che manifesta “totale intransigenza, tolleranza zero, nel perseguire tali inaccettabili condotte” – sottolinea che “tali isolati avvenimenti violano l’etica militare e non rispettano i principi e i valori su cui si fonda la nostra storica Istituzione e il suo personale che, invece, con profonda onestà, professionalità, e spirito di sacrificio, quotidianamente svolge il proprio dovere, in Italia e all’estero,

 

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