Lun 23 Dic 2024
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ToscanaCronacaSollicciano, altro suicidio di un detenuto. Uilpa: "È una vera strage"

Sollicciano, altro suicidio di un detenuto. Uilpa: “È una vera strage”

Firenze, “Quella cui stiamo assistendo è una vera strage, di cui purtroppo non si intravede la fine”. Così Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, commenta l’ultimo caso di suicidio in carcere, avvenuto “ieri sera, verso le 20.30” nel penitenziario fiorentino di Sollicciano.

Un detenuto originario del Marocco”, 29 anni, che avrebbe finito di scontare la sua pena “fra soli 11 giorni”, ha “appeso una corda alle sbarre della finestra e si è impiccato”. Il detenuto, si spiega, era di passaggio nel carcere di Sollicciano: vi si trovava per partecipare a delle udienze.

“Sale dunque a 69 – rileva Uilpa – il numero dei reclusi che nel corso del 2022 si sono suicidati in carcere, cui bisogna aggiungere 4 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che, parimenti, hanno deciso di porre fine alla loro esistenza”.

“Avevamo detto – prosegue il sindacato in una nota – che le direttive del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Carlo Renoldi, emanate nel luglio scorso e tanto osannate non sarebbero state sufficienti a fermare le morti in carcere e di carcere e i fatti, nostro malgrado, sembrano darci tragicamente ragione. Non bastano gli interventi per via amministrativa e le prescrizioni destinate a restare sulla carta per le carenze strutturali e infrastrutturali del nostro sistema penitenziario che si sommano a organici inadeguati in pressoché tutti i profili professionali, a cominciare dalla Polizia penitenziaria”.

E anche se il detenuto suicidatosi era di passaggio a Sollicciano “questo non significa necessariamente che non abbiano inciso pure le pessime condizioni del penitenziario fiorentino, del quale in molti discettano da anni, anche in occasione di pompose visite preconfezionate, in cui generalmente si allestiscono ‘tavole imbandite’, ma rispetto alle quali nessuno interviene concretamente per invertire la tendenza al disfacimento complessivo. Basti pensare che il reparto del Corpo di polizia penitenziaria è privo di un comandante titolare da molti anni”