La sofferenza del corpo e nemmeno la messa per alleviare quella dello spirito: i detenuti reclusi nell’istituto Gozzini di Sollicciano hanno firmato una lettera indirizzata al garante dei detenuti di Firenze, Eros Cruccolini, in cui denunciano il peggioramento delle loro condizioni di vita e gli chiedono di dar voce presso le autorità preposte, del “disagio della popolazione carceraria”.
260 metri quadri per l’ora d’aria il sabato e la domenica, in pratica tre metri quadri ciascuno, senza possibilità di sedersi. Niente acqua corrente né calda nè fredda, nei lavabo e nelle docce all’interno delle celle . Il tutto mentre i detenuti sono ottanta anziché cinquanta, stipati in quattro sezioni invece che in cinque, perché una è chiusa in quanto inagibile. Per questo i reclusi del Gozzini, avendo hanno appreso, scrivono, “con non poco stupore e profonda costernazione”, “della decisione della Direzione carceraria di aumentare ancora la presenza dentro la struttura” hanno deciso di inviare una lettera alla al garante Eros Cruccolini per denunciare la situazione in cui si trovano a vivere all’interno della struttura.
Il tutto per altro, dicono i reclusi al Gozzini, “a pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dello ’Svuotacarceri’, con il quale si dovrebbero dare risposte al grande numero di suicidi in carcere, dovuti in massa parte all’endemico sovraffollamento delle prigioni italiane ed alle condizioni di vita all’interno delle stesse che hanno già portato la Corte Europea, negli anni scorsi, a condannare l’Italia per trattamenti inumani e degradanti”.
Sovraffollamento “che, al Gozzini,“supera abbondantemente il livello di guardia, e si ripercuote anche nell’utilizzo degli spazi comuni dedicati alla formazione, alla socializzazione ed alla ricreazione” denunciano ancora i detenuti. Che, ciliegina, si fa per dire, sulla torta, non hanno nemmeno il conforto dello spirito in quanto in piena violazione dell’ articolo 26 dell’Ordinamento penitenziario, al Gozzini da mesi non c’è nemmeno un prete per dire messa.