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Sollicciano, Nardella: “Struttura fatiscente, meglio rifarlo da zero”

Sollicciano “è fatiscente e inadeguata”: queste le parole del sindaco di Firenze Dario Nardella oggi in visita al carcere fiorentino col vicepresidente del Csm David Ermini e col garante dei detenuti Mauro Palma per incontrare le delegazioni della polizia penitenziaria, dei detenuti e dei dipendenti.

“Ringrazio il Ministero per gli 11 milioni di euro che sono stati stanziati”
per la sua risttrutturazione, ma “continua a permanere il dubbio
che questi soldi non siano soldi buttati via, e che non convenga
ricostruire da zero questa struttura” ha detto il sindaco Nardella.

“Abbiamo chiesto a gennaio – ha proseguito – in occasione della visita della ministra Cartabia, l’avvio immediato di uno studio tecnico su quale sia la soluzione strutturale migliore. Il provveditore ci ha detto che i tecnici del Ministero sono già al lavoro, quindi noi aspettiamo l’esito di questo studio, perché vogliamo sapere se questi soldi pubblici spesi per la manutenzione straordinaria non possano essere spesi meglio ricostruendo da zero la struttura carceraria”.

Infatti, ha aggiunto Nardella, “la nostra preoccupazione è che questo carcere sia talmente difficile da gestire, comporti così tanti soldi per la gestione, perché non è funzionale, che sia molto meglio rifarlo completamente da zero che spendere milioni e milioni di euro per la ristrutturazione quando appunto la gestione è molto costosa. Speriamo che questo studio venga terminato il prima possibile, nell’arco di pochissimi mesi, perché vogliamo sapere cosa conviene fare, invece di mettere soldi che poi alla fine rischiano di essere inutili”.

La situazione “sinceramente è ancora molto molto grave, insoddisfacente dal punto di vista strutturale e funzionale. – ha continuato il sindaco – Ci sono molti problemi gravi e di natura sanitaria, la presenza di blatte e cimici che rendono la permanenza dei detenuti molto critica, ma anche le condizioni di lavoro degli agenti della polizia penitenziaria. L’acquazzone di questa notte per esempio ha provocato delle forti infiltrazioni, ci è stato detto dai detenuti, anche nelle strutture che sono state recentemente riqualificate”.

“C’è poi una forte mancanza di educatori, il provveditore ha annunciato che ne arriveranno due o tre”, ha anche detto, sottolineando che “i detenuti che stanno in queste condizioni escono dal carcere perché hanno scontato la pena sono peggio di come sono entrati, e non avendo professionalità, non sapendo devo andare a lavorare, tornano a delinquere. Quindi se le carceri in Italia non funzionano questo diventa un problema per il cittadino comune in termini di aumento dei problemi di sicurezza. Per questo noi siamo qui: per chiedere da parte del Ministero e da parte dei magistrati di sorveglianza il massimo sforzo per aumentare le misure alternative, per potenziare le occasioni di reinserimento sociale, per agevolare le occasioni di formazione professionale, di inserimento lavorativo”.

Il sindaco ha spiegato che “ci siamo presi una serie di impegni come quello di accelerare la procedura per realizzare un capannone per svolgere attività lavorative nel settore della pelletteria, in modo da aiutare i detenuti a imparare un mestiere e quindi essere in condizioni di lavorare quando escono. Ci siamo presi un impegno ad andare avanti con i protocolli per la realizzazione degli orti sociali che serviranno anche qui per dare opportunità di lavoro, perché il grosso problema è che questi detenuti stanno in carcere senza far niente, in condizioni sanitarie critiche, quando invece l’obiettivo del carcere come dice la Costituzione è quello della rieducazione della pena”.

Per David Ermini, vicepresidente del Consiglio Superiore della
Magistratura, “Il problema” di Sollicciano “è prima di tutto strutturale, perché le condizioni edilizie le conoscete tutti, e quindi bisogna capire se continuare a spendere tutti quei soldi su Sollicciano o se si possa pensare ad altre soluzioni”.

“Vivere e lavorare a Sollicciano è molto complesso – ha detto Ermini – per il mondo dei detenuti, e anche per i poliziotti penitenziari che oggettivamente hanno delle grandissime difficoltà. Forse all’epoca si pensava che le grandi carceri fossero una soluzione ma era sbagliato, perché le carceri più piccole sono e meglio funzionano, quindi forse bisognerà ripensare tutto. La riforma sull’ordinamento penitenziario che il ministro Orlando aveva preparato, e che poi non ha trovato
l’approvazione, è un passaggio che va immediatamente ripreso”.

Secondo il vicepresidente del Csm “c’è tutto il tema dell’esecuzione penale esterna attraverso le misure alternative, il tema di creare la possibilità di lavoro all’interno di una struttura così, per permettere già immediatamente di avvicinarsi al mondo del lavoro nella società all’esterno. E’ una situazione molto molto complessa, e non è di facile soluzione”.

Simona Gentili ha intervistato il sindaco di Firenze Dario Nardella

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