Gio 30 Gen 2025
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Sollicciano, via la direttrice, ci vorranno mesi per avere una nuova direzione

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Sollicciano, via la direttrice, ci vorranno mesi per avere una nuova direzione
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La direttrice del penitenziario fiorentino di Sollicciano Antonella Tuoni non è stata riconfermata ed è stata spostata ad Arezzo. Nonostante la continua emergenza, il posto rimarrà ora vacante per mesi.

Una mail per dire ad Antonella Tuoni che non sarà riconfermata come direttrice del carcere fiorentino di Sollicciano e che sarà distaccata ad Arezzo. Solo una mail. Due righe firmate da Gloria Manzelli che guida il Provveditorato regionale. E non una riga di spiegazione. La decisione è però naturalmente del Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Tre anni dopo l’insediamento della Tuoni e a pochi giorni dalla scadenza del mandato, il 2 febbraio. Tre anni difficilissimi, con suicidi e tentativi di suicidi, condizioni strutturali sempre più insostenibili, enormi difficoltà nello svolgere le proprie funzioni per agenti di Polizia penitenziaria, educatori, magistrati e tutti gli altri attori che compongono quel microcosmo rimosso che è il carcere. Ora, a fronte di una situazione che si fa sempre più drammatica ogni giorno, sappiamo che prima di avere una nuova direzione a Sollicciano dovranno aspettare mesi. Nel frattempo la reggenza spetta a Giuseppe Renna, che di mestiere farebbe il direttore del carcere di Livorno, impegno non certo da poco. Sarà a Sollicciano una volta a settimana, per il resto il lavoro ricadrà sulle spalle delle attuali vice, Valentina Angioletti e Valeria Vitrani. Altro che dibattito tra ristrutturazione e demolizione. A Sollicciano ormai manca tutto, anche una guida. Si conclude così, con un sostanziale declassamento, lo scontro tra il Dap e la direttrice Tuoni, che andrà a dirigere un piccolo carcere da 45 detenuti dopo aver affrontato mesi di malattia. A prescindere dalle responsabilità, sembra un vendetta meditata da mesi. E che ora – incurante delle immense problematiche di Sollicciano – sembra consumarsi nel far diventare la ormai ex direttrice del carcere fiorentino il capro espiatorio di un sistema tutto sbagliato.