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Stazzema (Lucca), il sindaco chiede condanna per croce celtica in comune calabrese

Eccidio di Sant'anna di Stazzema

Maurizio Verona, sindaco di Stazzema, si scaglia contro quello di Condofuri. Il calabrese teneva appeso al muro del suo ufficio il manifesto delle ‘Waffen Ss’, responsabili di alcune stragi contro civili tra cui quella di Sant’Anna di Stazzema.

Auspica dalle istituzioni una parola di “ferma condanna” mentre al suo collega calabrese scrive: “Se non fosse stato per la distanza avrei istintivamente preso un pullman e condotto i nostri superstiti a Condofuri: sarei stato curioso di capire con quali parole avrebbe spiegato loro l’onore di quei reparti a Sant’Anna di Stazzema nell’uccidere” degli innocenti. Così Maurizio Verona, sindaco di Stazzema, in merito all’esposizione nella sala del sindaco di Condofuri del giuramento del battaglione italiano delle Waffen Ss, responsabili di alcune stragi contro civili, tra cui quella di Sant’Anna di Stazzema: oltre 500 le vittime.

Sul caso il sindaco di Stazzema, si spiega, ha scritto al Capo dello Stato Sergio Mattarella, ai presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico e al premier Giuseppe Conte, auspicando una parola di ferma condanna e invitandoli a Sant’Anna per dare un segnale forte: “Non saprei davvero cosa possa legare quegli enunciati ai valori della nostra Costituzione che ogni primo cittadino si impegna a portare avanti. Abbiamo bisogno di tornare a parlare dei valori della nostra democrazia messi in pericolo dal ripetersi e dalla sottovalutazione di questi episodi che sono gravissimi”.

Verona ha poi scritto al collega di Condofuri e a tutti i consiglieri comunali della cittadina in provincia di Reggio Calabria, spiegando di “fare fatica a commentare”. “Nel nostro paese – si legge nella lettera – sta succedendo qualcosa di strano se un rappresentante delle Istituzioni democratiche sostituisce i simboli della nostra Repubblica con un documento tanto aberrante”: le Waffen SS “si resero colpevoli di alcuni dei peggiori crimini della Seconda guerra mondiale”.

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