Lo stop al Rdc ha provocato una “bomba sociale”: “la decisione del Governo è grave, tanto più in un momento in cui il caro vita mette in ginocchio il Paese, e spietata, perché si fa cassa con la povertà” denuncia la Cgil
La manovra attuata dal governo reggente relativa al RdC ha provocato, in linea con quelle che erano le previsioni delle opposizioni, quella che il segretario generale di Cgil Toscana, Rossano Rossi, ha definito “bomba sociale”.
In una nota diffusa dalla Cgil in occasione del presidio di protesta davanti alla Prefettura di Firnze, in via Cavour, si legge di come questa manovra non faccia altro che confermare la strategia di disinteresse protratta da questo governo rispetto al problema della povertà: “Si aggiunge ad altre misure contro i più deboli come la Flat Tax e il ritorno dei voucher, in assenza di provvedimenti di lotta al caro vita e di aumento dei salari”.
Il governo, tuona Rossi, “scarica sui Comuni le proprie responsabilità, ma questi sono da soli e senza risorse adeguate, e i servizi sociali hanno poche linee guida e soffrono per le carenze di personale”.
La proposta della Cgil sarebbe, dunque, la seguente: “Prorogare il Rdc almeno fino alla fine dell’anno, per mettere il sistema pubblico nelle condizioni di gestire nel migliore dei modi la fase di transizione, pur sapendo che sarà molto complicato”.
Lo stop al Reddito di Cittadinanza, continua la nota della Cgil, va contestualizzato al complesso periodo di inflazione, che, soprattutto in Toscana, risulta essere particolarmente rimarchevole. In occasione del presidio è stato presentato da Ires Toscana lo studio sull’economia toscana, secondo il quale ” l’inflazione fa perdere potere d’acquisto a chi lavora, crescono le rate di mutui, preoccupano gli indebitamenti, rincara il carrello della spesa, i salari sono al palo”.
Già lo scorso luglio, Ires Toscana ha evidenziato, in occasione di un focus, che per ogni ragazzo sotto i 15 anni ci sono 2,2 over 64: “Con un indice di vecchiaia pari a 220 (contro il 187,6 della media italiana), la nostra regione ha uno dei dati più alti del Paese”.
Secondo il rapporto, che descriveva un economia regionale in forte disequilibrio, “la Toscana tiene, ma il portafogli dei cittadini e dei lavoratori no”.
Nel 2023, terminava il rapporto, “la ripresa in Toscana rallenta e questa situazione sembra mostrare una significativa divaricazione tra i dati, positivi, di alcuni indicatori del ciclo economico e la situazione negativa, del vissuto di un numero sempre crescente di cittadini e cittadine toscane.
A riguardo si è espresso anche il presidente Ires Toscana, Gianfranco Francese, che ha fatto notare: “Nonostante un’inflazione più contenuta rispetto all’anno scorso, che comunque garantisce alla Toscana uno dei dati più preoccupanti a livello nazionale, l’asimmetria evidenziata dal caro bollette, in particolare quelle energetiche, non sembra essere diminuita”.
E ha concluso :”Il governo Meloni ha calato vergognosamente la scure sul Reddito di Cittadinanza gettando nell’indigenza e nella povertà migliaia di persone anche nella nostra regione”.