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Story of my life/mi rammento, un canto corale contro il razzismo di e con Maria Cassi

“Story of my life/mi rammento”, un canto corale contro il razzismo di e con Maria Cassi. Replica eccezionale giovedì 6 giugno alle 21.15 al Tenax Theatre – sponsor dell’iniziativa – in via Pratese, 46 a Firenze. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.

 

“Story of my life/mi rammento” è uno spettacolo teatrale scritto e diretto da Maria Cassi ed interpretato insieme a cinque ragazzi immigrati provenienti dal Burkina Faso e dalla Nigeria in dieci teatri della Toscana. Lo spettacolo è parte del progetto “100 storie contro il razzismo” organizzato dall’associazione culturale Controradio Club e Controradio con il patrocinio e il contributo della Regione Toscana (Piani Educativi Zonali).

Maria Cassi, affiancata sul palco da cinque giovani ragazzi immigrati in Italia dall’Africa (Henry Ogboin, Babalola Olokunboyo, Yahaya Ouedraogo, Paul Okoye e Godspower Job) la protagonista dello spettacolo “Story of my life/mi rammento. Attraverso musica, danza e letture “Story of my life/mi rammento” mette in scena il viaggio dei ragazzi richiedenti asilo dalla loro terra d’origine, le loro aspettative e le loro passioni mescolando momenti molto emozionanti a gag esilaranti, senza né vittimismo né accuse.

Evento, che si inserisce all’interno del progetto “100 storie contro il razzismo”, di cui lo spettacolo è figlio, è un progetto per le scuole, ideato da Lorenzo Cipriani e Marco Imponente, e realizzato dall’associazione Controradio Clube da Controradio con il patrocinio e contributo della Regione Toscana, all’interno dei Piani Educativi Zonali. Oltre 3.000 studenti delle scuole secondarie superiori hanno assistito al “Canto Corale” rappresentato in 10 teatri in Toscana (Teatro Era, Pontedera; Teatro Salesiani, Borgo San Lorenzo (FI); Politeama Pratese, Prato; Palazzo Esposizioni, Empoli (FI); Teatro Garibaldi, Figline Valdarno (FI); Cinema La Compagnia, Firenze; Nuovo Auditorium, Scandicci (FI), Plesso scolastico Istituto Marconi, Siena; Sala della Provincia, Lucca; Melos, Pistoia). L’obiettivo è stato quello di promuovere riflessioni e azioni contro le varie forme di razzismo a cui stiamo assistendo in tutta Italia e che valorizza i percorsi già realizzati sul tema di razzismo, tolleranza ed inclusione da parte di Regione Toscana.

Dice l’autrice, regista e attrice Maria Cassi: “Sulle note sussurrate di una melodia che sembra quasi una ninnananna, un giovane che non ha lo stesso colore della mia pelle canta story of my life… gli faccio eco replicando che la storia della sua vita è molto diversa dalla storia della mia vita. Cinque giovani migranti sono il coro per questo piccolo canto che vuol parlare ai ragazzi di quanto la diversità sia un’occasione di crescita e speranza, di quanto il cuore di ogni essere umano batta all’unisono delle emozioni. Ne scaturisce un insieme di ricordi ma anche di condivisione di musica e di umorismo, come ci ricorda Papa Francesco “amate l’umorismo è l’attitudine umana che più ci avvicina al Divino”. In un intrecciarsi di lingue e suoni diversi si cerca, anche con l’aiuto di chi ci guarda, di creare una visione differente del così detto “diverso” che spesso temiamo perché poco sappiamo e conosciamo degli altri inducendoci ad avere paura e pregiudizio. Il Teatro come rito d’insieme per ridere riflettere e pensare che un mondo diverso, ma più umano, è e sarà sempre possibile”.

Dichiarano gli organizzatori: “Il progetto nasce dalla volontà di promuovere riflessioni e azioni contro le varie forme di razzismo a cui assistiamo. Un problema che sta aumentando di proporzioni e che investe soprattutto le giovani generazioni, le quali rischiano di crescere con l’abitudine al rifiuto di chi viene da un paese e da una cultura diversa. Eppure non esiste civiltà che non sia frutto della contaminazione, così come non esiste una tradizione che non sia il prodotto dell’incontro di varie culture e linguaggi. Il teatro in particolare è un’espressione artistica generata da molteplici voci, una diversa dall’altra, che insieme trovano varie forme d’armonia. Partendo da questi presupposti l’attrice Maria Cassi ha lavorato con alcuni giovani migranti, ospiti di centri d’accoglienza regionali, realizzando un canto corale, uno spettacolo rivolto agli studenti delle scuole superiori della Toscana. Si tratta di coloro che hanno partecipano ai Progetti Educativi Zonali -PEZ- promossi e finanziati dalla Regione Toscana su tutto il territorio con la finalità di favorire l’inclusione scolastica di lingue e culture diverse, in una prospettiva di valorizzazione di tutte le differenze. Studenti già sensibilizzati che portano attivamente nelle loro scuole la loro voce contro le discriminazioni. Questo lavoro, dal carattere sperimentale, vedrà anche la partecipazione attiva dei giovani spettatori che saranno coinvolti in prima persona nell’evento.

Afferma Marco Imponente, direttore generale di Controradio: “Story of my life/Mi rammento”: questo il titolo dello spettacolo scritto, diretto e interpretato magistralmente dall’attrice Maria Cassi, è un “canto corale” davvero coinvolgente, dove si alternano momenti di riflessione a momenti di puro divertimento. Siamo convinti che questo racconto farà riflettere gli studenti delle scuole, ponendo loro degli interrogativi su quanto fino ad oggi hanno ascoltato e visto riguardo agli immigrati, persone che fuggono da povertà, paura e guerre. Buona visione.

Aggiunge Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana: “Il pericolo del razzismo e della xenofobia incombe di nuovo. A 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali, che cancellarono per sempre l’innocenza del nostro paese e ne infangarono la storia, la disumanità si fa strada e rischia di prendersi ancora una volta le coscienze. Oggi questo nuovo razzismo proviene dal basso e dall’alto e propaga il suo messaggio in forma anonima e pervasiva sui media e sui social network, nel discorso pubblico, in un crescendo indegno e in una generale acquiescenza. Le ansie, le paure, le fragilità dei cittadini vengono usate e spinte verso l’odio e il disprezzo degli altri. I poveri diventano cattivi, pericolosi e, soprattutto, stranieri, con parole d’ordine solo apparentemente nuove ma connesse alle pagine più nere della storia italiana. Migranti economici e rifugiati sono il capro espiatorio, accusati del peggioramento delle condizioni di vita, dell’impoverimento e della stessa crisi. Alla svalutazione del lavoro, alla diminuzione dei redditi e alla disoccupazione crescente si scarica sulla ricerca di qualcosa che valga ancora meno. Non dobbiamo arrenderci a questa deriva. Occorre risvegliare le coscienze, riaffermare le ragioni della coesione e dell’inclusione. La cultura, l’educazione, l’ascolto sono strumenti formidabili per aiutarci in questo impegno di rifondazione di valori civici, chiave fondamentale di una reale sicurezza. “100 storie contro il razzismo” è un progetto utile e prezioso. Coglie l’urgenza del nostro tempo. Rimettere al centro la dignità umana. Risarcisce, mediante il racconto, persone che hanno sofferto il trauma del distacco e della fuga e sono violate nella loro umanità in cerca di accoglienza”.

Info: ingresso libero fino ad esaurimento posti (tel. 055 73 999 70).

 

 

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