“Non è mai abbastanza quello che possiamo fare per contrastare le mafie”. Così il presidente della Regione Eugenio Giani a 31 anni di distanza dalla strade di Via dei Georgofili, che avvenne il 27 maggio del 1993, in un evento commemorativo a Palazzo Strozzi Sacrati. Presente anche il Sindaco di Firenze Dario Nardella. Poi, la testimonianza della maestra Mangani, il ricordo della strage, dell’arresto e morte del boss Matteo Messina Denaro e una riflessione su cosa sia la mafia oggi con il giornalista Giacomo Di Girolamo.
“Unaezeroquattro”. Un orologio fermo da 31 anni, non al polso, ma nella memoria di chi può e deve ricordare cosa accadde quella notte tra il 26 e il 27 maggio del 1993, quando un boato lacerò Firenze nel suo ventre lasciando a terra cinque vite – Caterina, appena cinquanta giorni di vita, la sorella Nadia di nove anni, i genitori Angela Fiume e Fabrizio Nencioni, lo studente universitario Dario Capolicchio – oltre ai detriti. Ferite ancora aperte che oggi la Regione Toscana vuole riportare all’attenzione con un evento commemorativo a Palazzo Strozzi Sacrati.
“Per noi l’anniversario è tutti i giorni, ogni anno. Sempre. Il fine pena esiste, il fine dolore no”. Queste le parole di Luigi Dainelli, 86 anni, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime di via dei Georgofili. “Noi familiari il dolore l’abbiamo addosso e non ci lascerà mai”. Un dolore a cui si somma, spiega, l’amarezza per la mancanza di una “verità giudiziaria”, e la speranza che “si allontana sempre di più”. “La ricerca di verità e giustizia – ricorda – era uno degli scopi della nostra associazione quando l’abbiamo fondata nel 2001. E purtroppo siamo ancora qui ad aspettarle, nonostante i processi, gli ergastoli e la condanna degli esecutori”. “Già nel 1993 subito dopo la strage – aggiunge Dainelli – alcuni procuratori dissero subito che non era solo mafia, che c’era qualche mente più raffinata che aveva suggerito”, l’attentato, “perché finora la mafia non si era mai permessa di venire a mettere le bombe nel Continente. E anche il presidente della Repubblica, il 9 maggio dello scorso anno disse che le stragi c’erano state grazie a delle ‘deviazioni’ e che lui voleva arrivare alla verità”. Riguardo all’invito a comparire per l’ex generale dei Ros Mario Mori, Dainelli risponde: “C’è l’avviso di garanzia, ma da lì a vedere se ci sarà un dibattimento e si andrà avanti…Però la politica si è già schierata e questo mi ha dato fastidio. Così, come si fa a sperare nella verità?”.
L’evento ha visto i saluti del presidente della Regione, del sindaco di Firenze e del direttore dell’Ufficio scolastico regionale. E’ stato poi il momento della testimonianza della maestra Mangani, del ricordo della strage, dell’arresto e morte del boss Matteo Messina Denaro e per una riflessione su cosa sia la mafia oggi con il giornalista Giacomo Di Girolamo. Si è parlato inoltre della scomparsa Giovanna Maggiani Chelli, anima per tanti anni dell’associazione “Tra le vittime”, cui è seguito il dialogo tra la giornalista e scrittrice Valeria Scafetta e il magistrato Maria Monteleone.
La mattinata si è chiusa con le interviste a Katy Wang dell’Ufficio di presidenza del Parlamento degli studenti della Toscana e di Shasika (Sole) Weerasinghe, portavoce regionale delle consulte studentesche, con la presentazione di alcuni lavori realizzati dalle scuole toscane.
La prossima puntata di COSA È SUCCESSO? Storie e voci per capire quello che accade, di Raffaele Palumbo. UN PODCAST DI CONTRORADIO – ascoltabile il sabato alle 13:15, in replica la domenica alle 17:10 sulle frequenze di Controradio (93.6, 98.9, DAB+), in streaming su controradio.it, sulla app CONTRORADIO e su SPOTIFY – è proprio dedicata a “27 maggio 1993 – 27 maggio 2024. La strage di via dei Georgofili 31 anni dopo”.
Si potranno ascoltare le voci di Daniele Gabrielli (vice presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili), Sandro Matteini (dell’Associazione familiari), Giulia Bianchi Weber (dell’Associazione familiari), Giovanni Brusca (registrazione originale durante la deposizione del processo per le stragi del ’93).