Lo afferma in una nota il Comune di Viareggio (Lucca) spiegando per la prima volta il motivo della rinuncia alla costituzione di parte civile nel processo di appello bis in corso a Firenze sulla strage ferroviaria del 29 giugno 2009.
“Ritardare ulteriormente l’incasso della somma” risarcitoria “residua poteva dar luogo a responsabilità presso la Corte dei Conti e per questo gli uffici preposti hanno provveduto di conseguenza. Di conseguenza le difese hanno chiesto l’estromissione dal processo evitando che la corte di appello lo decidesse con sentenza e conseguente nostra condanna alle spese”. Lo afferma in una nota il Comune di Viareggio (Lucca) spiegando per la prima volta il motivo della rinuncia alla costituzione di parte civile nel processo di appello bis in corso a Firenze sulla strage ferroviaria del 29 giugno 2009.
“Il sindaco, il Comune, l’amministrazione hanno doveri cui si adempie lavorando in modo conforme alla legge – si legge nello stesso comunicato -. Nessuno pensi o dica che il Comune, le amministrazioni e i sindaci, né ora né prima, si sono allontanati da chi ha sofferto e ancora soffre per questa tragedia”. A marzo c’è stata quietanza di 200.000 euro per il risarcimento del danno morale al Comune tramite Generali (dopo i 2,8 mln euro per danno patrimoniale già transati nel 2011), mettendo l’amministrazione nella situazione di non avere più pretese risarcitorie, neanche nel processo. Così il municipio ha incaricato l’avvocato Graziano Maffei di formalizzare la rinuncia alla corte in udienza e il legale lo ha fatto il 9 maggio. Però tale decisione ha causato critiche in Viareggio e sui social, addirittura c’è stata l’affissione sul municipio di uno striscione con la scritta ‘Infami’. Ora il Comune spiega il motivo legale alla base della decisione e respinge le accuse di indifferenza al dolore provocato dal disastro che fece 32 vittime.
“In questi giorni ci sono state diverse prese di posizione che si sono scagliate con particolare veemenza contro tutte le amministrazioni che dal 2009 si sono succedute alla guida della città – ricorda il Comune di Viareggio (Lucca) -. Affermazioni ingiuste che a tratti appaiono strumentali soprattutto quando, declinate sulla stampa e sui social, vengono riprese e piegate al bisogno del momento a seconda di chi le impugna. Il disastro ferroviario è una ferita per Viareggio, la comunità tutta si sente toccata e ne porterà per sempre il segno indelebile. Comprendiamo il dolore di chi ha perso affetti, familiari, amici: per questo, in più occasioni, l’Amministrazione ha taciuto di fronte ad accuse nemmeno troppo velate, silenzi, mancate risposte”.
La nota ricorda che “l’accantonamento della somma residua del risarcimento deciso nel 2011, era strumento, peraltro assai artificioso, che puntellava il permanere del Comune come parte civile, almeno fino all’accertamento della verità processuale dalla Cassazione definita con sentenza. Il tema era già stato ampiamente trattato dalla nostra difesa, con memoria di 107 pagine, depositata il 10 gennaio 2017. Resta, per mandato della Cassazione alla Corte d’Appello, di definire le pene ai giudicabili, ma è operazione a cui la Parte Civile deve rimanere estranea”. Quindi “se la situazione è complicata dal lato delle emozioni e dei rapporti che ne scaturiscono, la legge è invece molto chiara. Così come la posizione del Comune e delle Amministrazioni”. Il Comune “fin dal primo momento è stato vicino alle vittime del disastro e alle loro famiglie: ha seguito come persona offesa le indagini, in udienza preliminare secondo la legge si è costituito parte civile, ha partecipato attivamente a ogni grado del processo (tribunale, corte d’appello, Cassazione). Ne ha condiviso fatiche, impegno, risultati, talora delusioni e amarezza. E’ tutto negli interventi e nelle memorie della difesa, sia il Comune di Viareggio, sia la famiglia Piagentini e altri congiunti delle vittime, uniti tutti insieme per verità e giustizia”.