La patologia professionale è stata riconosciuta dalla Corte d’appello di Firenze Arezzo, per l’esposizione alle rabbiose lamentele dei cittadini che vivono nelle case popolari.
Una geometra aretina di 52 anni ha vinto la causa di lavoro con l’Inail, condannata a versarle la rendita. La patologia professionale riconosciuta dalla Corte d’appello di Firenze (sezione lavoro e previdenza) si chiama ‘sindrome di Burnout’, è piuttosto rara e trae il nome dal termine inglese che significa appunto ‘bruciato’, ‘esaurito’, ‘scoppiato’. E a quanto riporta la sentenza, resa nota nell’edizione online del Corriere di Arezzo, la geometra di Arezzo Casa (ex Ater – azienda territoriale per l’edilizia residenziale) era stata messa a dura prova nel seguire quasi 1500 alloggi (tra Valdarno e Casentino) con i relativi problemi di piccola e grande manutenzione.
Dal 1999 al 2013 una via crucis quotidiana di lamentele: un’ondata di richieste, solleciti, sfoghi, che non riusciva a fronteggiare. Dai problemi di muffa sulle pareti a quelli del riscaldamento, dalle fognature da pulire alle liti condominiali, c’era un esercito di insoddisfatti che la assediava. Ogni giorno. Per telefono, anche sul cellulare, e fisicamente in ufficio. Non sono mancati anche atteggiamenti aggressivi: voce alta, pugni sbattuti sul tavolo, modi poco garbati. Per non parlare dei sopralluoghi da una parte all’altra del territorio per verifiche di ogni genere. Tartassata dagli assegnatari e in alcuni case a tu per tu con situazioni limite: una donna e il figlio disabile che vivevano nell’alloggio maleodorante senza acqua negli scarichi igienici. O quella volta che l’assegnatario della casa popolare fu trovato morto da giorni.
E ancora: disagio, tossicodipendenza, indigenza, vandalismo, violenze familiari. Fatto sta che poco alla volta la geometra è precipitata in una situazione di esaurimento cronico. Somatizzava tutti gli ostacoli quotidiani, anche perché era sola in trincea a far fronte ad una mole di lavoro enorme e particolarmente difficoltoso. Nel 2012, dopo alcuni malesseri e certificati, è scattata la richiesta per il riconoscimento della malattia professionale, ma Inail l’ha rigettata. Gli avvocati Giorgio Borri e Alessandra Degl’Innocenti hanno dunque presentato ricorso alla sezione lavoro del Tribunale di Arezzo, che lo ha respinto. Ma il contenzioso è andato avanti e i giudici di appello – alla luce della consulenza tecnica per studiare la sindrome ansioso-depressiva cronica – hanno dato infine ragione ai legali della donna.
Stabilito il rapporto di causa effetto, hanno dichiarato la natura professionale della malattia di cui soffre la lavoratrice, e hanno condannato l’Inail a corrisponderle la rendita di geometra, che per la legge per inabilità permanente è pari al 18% di danno biologico e il trattamento per l’inabilità temporanea per il periodo luglio 2012 – novembre 2013 con gli interessi. La donna, poi licenziata, ha continuato a soffrire per i disturbi della patologia psichica e non ha più ripreso l’attività professionale.