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Studentessa aggredita nell’androne del palazzo dove abita. Soccorsa dai residenti

carabinieri, inchiesta, arresti

Studentessa rapinata del cellulare e molestata a Firenze, soccorsa dai residenti. E’ avvenuto nel centro storico mentre la ragazza stava tornando a casa intorno alle due di notte. L’aggressione è avvenuta nell’androne del palazzo dove abita la giovane portata sotto choc a Careggi.

La ragazza, 20 anni, ancora sotto choc è stata portata al pronto soccorso dell’ospedale di Careggi. La giovane, secondo quanto emerso, intorno alle 2 stava entrando nel portone della sua abitazione, quando è stata raggiunta da uno sconosciuto che si è spacciato per condomino. La ragazza dopo aver salito qualche gradino sarebbe stata aggredita. L’uomo le avrebbe bloccato un braccio poi, dopo averle strappato il cellulare, l’avrebbe molestata. La ragazza ha gridato aiuto e cosi ha messo in fuga l’aggressore. Lei ha tentato di inseguirlo in strada per riprendere il cellulare, ma l’uomo si era già allontanato. Le urla della giovane hanno attirato l’attenzione dei residenti che sono scesi in strada per soccorrerla. Qualcuno ha chiamato il 118 e le forze dell’ordine. Sul posto è intervenuta un’ambulanza e una pattuglia della polizia. Qualche residente avrebbe visto anche l’aggressore sulle cui tracce sono gli investigatori.
Il tribunale di Firenze assolve il professore di un liceo dall’accusa di violenza sessuale. All’epoca dei fatti la giovane aveva 16 anni. A far partire le indagini della squadra mobile fiorentina una lettera anonima. La giovane avrebbe negato gli abusi. Per questo al processo ha deciso di non costituirsi parte civile.
Solo nelle ultime ore sono scattati diversi arresti in varie città nei confronti di uomini che avevano trasformato in un inferno la vita delle loro ex. All’isola d’Elba è finito in manette un sessantenne con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e inosservanza del divieto di avvicinamento all’ex. I carabinieri di Portoferraio hanno ricostruito “innumerevoli” episodi di violenze e soprusi che da oltre un anno avrebbe subito da parte dell’uomo con cui poi la relazione si era interrotta. Nei confronti del sessantenne il Tribunale di Livorno aveva anche disposto, di recente, un divieto di avvicinamento. Nonostante ciò, avrebbe continuato a perseguitarla con pedinamenti e appostamenti, anche sul luogo di lavoro, insultandola e denigrandola sui social, tanto da farla vivere costantemente nella paura.
Storie di cronaca e di aule di tribunale che ci fanno ancora di più capire quanto Giulia non sia né l’ultima né la sola ma vi sia una profonda urgenza di cambiamento culturale.
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