Circa un centinaio di studenti pro Palestina si è “accampato” stamani all’esterno della Gipsoteca di Pisa, nel centro storico, dove è in corso una seduta congiunta tra Senato accademico e consiglio di amministrazione dedicata al conflitto mediorientale. La protesta, che si svolge in modo pacifico e ordinato, è stata promossa, dicono gli organizzatori, “per tenere gli occhi dell’opinione pubblica aperti sulla situazione di Rafah e sull’Università di Pisa affinché adotti scelte tese a eliminare la ricerca scientifica legata a scopi militari e interrompa le collaborazioni con Israele”. La piazza è stata chiusa al traffico ed è presidiata dalle forze dell’ordine ma al momento la situazione è tranquilla. La riunione di Senato accademico e cda è tuttora in corso e sta affrontando il tema delle relazioni dell’Ateneo pisano con aziende inserite nella filiera bellica e con istituzioni accademiche collocate in Paesi coinvolti in situazioni di guerra.
Intanto, il Coordinamento Antimilitarista Livornese e i Giovani Palestinesi di Firenze annunciano in una nota di ritrovarsi domani a Livorno alle ore 17 per un presidio per fermare “il genocidio subito e “le politiche di guerra del governo italiano in appoggio ad Israele”. “Boicottiamo le imprese che sostengono l’occupazione militare!”, affermano anche annunciando che la protesta sarà contro l’azienda della logistica Maersk e davanti alla sua sede di Livorno in Scali Rosciano 6 “per confrontarsi con questa azienda che rende possibile e trae profitto dal massacro del nostro popolo in Palestina e dalla devastazione a Gaza!”, “stiamo chiedendo a Maersk di tagliare i legami con il genocidio”. “Maersk si nasconde in bella vista — Unitevi a noi mentre diciamo a Maersk questo venerdì, la maschera è caduta!”, aggiungono.