Non si esclude la paternità anarchica del “falso” allarme bomba che ieri, 8 agosto, ha costretto ad un ritardo di 400 minuti la tratta appenninica della Tav (Firenze-Bologna). “E’ la risposta agli arresti dei 9 anarchici dello scorso martedì” secondo gli inquirenti
In riferimento al fascicolo di indagine aperto dopo lo stop all’Alta Velocità avvenuto nella giornata di martedì, i pm della Dda, coordinati dall’aggiunto Luca Tescaroli, hanno proceduto per attentato alla sicurezza dei trasporti, furto aggravato e danneggiamento, con le aggravanti di terrorismo ed eversione, ipotizzate dalla Procura di Firenze.
Gli inquirenti, Polfer e Digos, stanno mettendo in fila i tasselli di quanto avvenuto nella tratta appenninica del Tav, tra Firenze e Bologna, al fine di identificare gli estranei segnalati nella galleria ‘Firenzuola’ e risalire alla voce che, tramite una telefonata anonima, ha annunciato la presenza di una bomba.
Al momento chi indaga non esclude la pista anarchica, anche se non sono ancora arrivate rivendicazioni.
Sul luogo sono intervenuti gli agenti della Polfer per verificare la situazione e per provare a individuare le persone presenti in un’area in cui è assolutamente vietato l’accesso ai non autorizzati. La circolazione è ripresa gradualmente nel corso della nottata ma i ritardi hanno raggiunto i 400 minuti per quanto riguarda i convogli Av. I disagi hanno riguardato anche gli Intercity.
“Stiamo acquisendo le immagini delle telecamere che ignoti hanno poi divelto e procediamo con gli accertamenti: le verifiche sulla linea hanno appurato che è stata danneggiata anche la porta di un casottino dove sono custoditi i rec elettrici dell’Alta velocità” spiega Marco Dalpiaz, dirigente del compartimento della Polizia ferroviaria della Toscana.
Gli inquirenti hanno accertato che la telefonata è partita da una delle colonnine in galleria: “La chiamata è arrivata all’ufficio di pronto intervento di Ferrovie a Bologna, che sosteneva ci fosse una bomba”, aggiunge la Polfer. I controlli svolti nella notte e stamattina hanno però escluso la presenza di ordigni: la Polfer ha ispezionato con dei carrelli, delle piccole motrici, tutta la galleria in un senso e nell’altro, per un totale di 14 chilometri.
Chi indaga non esclude che possa esserci un collegamento con gli arresti di martedì: lo scorso martedì, infatti, la polizia ha dato esecuzione ad una ordinanza di misura cautelare per nove anarchici nell’ambito di una indagine della procura di Genova in cui si procede per “l’associazione con finalità di terrorismo, istigazione a delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo ed eversione e offese all’onore o al prestigio del presidente della Repubblica”.
Gli indagati sono tutti vicini al circolo “Gogliardo Fiaschi” di Carrara; secondo l’impianto accusatorio il gruppo utilizzava il periodico “Bezmotivny (senza motivo), un quindicinale stampato a Massa, per effettuare una sorta di “chiamata alle armi” per la galassia vicina alla Federazione anarchica informale.Nel periodico c’era spazio anche per i proclami di Alfredo Cospito nei quali l’anarchico inneggiava alla lotta armata.
In base a quanto emerge dalle carte dell’inchiesta, gli indagati facevano proselitismo anche nelle scuole, coinvolgendo minorenni da fare diventare “nuove leve”.