Il consigliere di Eugenio Giani per lavoro e crisi aziendali, Valerio Fabiani, era tra i presenti al tavolo presso il ministero dello sviluppo economico che si è tenuto questa mattina.
In merito ala vicenda della Gkn, Fabiani ha detto: “Io sono fra i reduci della riunione fiume di 12 ore che si è svolta ieri nello stabilimento a Campi; e sono anche fra quelli che non si sono sottratti a nessun incontro. Continuo ad essere assolutamente convinto che ci debba essere un futuro industriale per quel sito, e per questo ho ritenuto di tentare tutte le strade possibili per arrivare a una mediazione che ci aiuti a fare i conti con la realtà. Proviamo a fare un passo in avanti”. Infatti, il consigliere di Giani nella riunione di ieri ha tentato una mediazione in preparazione del tavolo Mise di stamani.
“Per stessa ammissione dell’azienda, il piano industriale non può essere messo sul tavolo. L’assenza di questo elemento impedisce al momento il possibile intervento di Invitalia e al contempo non consente il confronto necessario per l’ammortizzatore. In queste settimane poi abbiamo anche saputo che Qf è uscita dal Consorzio Iris Lab”. Secondo Fabiani si tratta di fatti nuovi, oggettivi, che concorrono a determinare una “fase diversa”. Al tavolo il consigliere ha ricordato che ieri, in riunione con sindacati, RSU, istituzioni, l’azienda ha comunicato che c’è bisogno di intervenire sull’accordo di gennaio, per prolungare la cosiddetta ‘fase ponte’.
“Noi, nel tentativo di mediazione, ci siamo detti disponibili a portare questa richiesta qui oggi, al tavolo Mise, ma abbiamo detto che la fase ponte oltre a cambiare nei tempi deve cambiare anche nel metodo”. Ovvero “l’azienda si deve mettere realmente a disposizione di un progetto collettivo, con la regia delle istituzioni, anche relativamente a un’attività di advisoring di supporto e scouting finalizzata all’individuazione di ulteriori possibili investitori“. È uno dei passaggi chiave che verrà recepito anche al tavolo, tanto che a conclusione della riunione il Mise chiederà a Qf la disponibilità a individuare un advisor indipendente condiviso e anche un cambio di governance.
“Stamani mi sarei aspettato degli sforzi per provare a ripartire da lì – continua Fabiani riferendosi alla riunione in azienda di ieri – non servono strappi, azioni unilaterali o velate minacce”.
Per il consigliere di Giani bisognerebbe “recuperare uno spirito diverso: certo si tratta di capire se c’è effettivamente la volontà, che da parte nostra non è mai mancata. Nel confronto di ieri non ci siamo limitati a esprimere richieste, abbiamo anche provato ad assumerci le nostre responsabilità e perfino quelle che poi, in fondo, tutte nostre non sono. Ci attendiamo che lo facciano anche l’azienda e naturalmente il Mise. La situazione è preoccupante“.