Lun 23 Dic 2024
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Cultura & SpettacoloTeatro della Pergola: Prima Conferenza delle Capitali europee della Cultura

Teatro della Pergola: Prima Conferenza delle Capitali europee della Cultura

Prima Conferenza delle Capitali europee della Cultura, seguita dalla conferenza internazionale dei Sindaci Unity in Diversity, martedì 6 novembre ore 21.15 al Teatro della Pergola di Firenze

In occasione della Prima Conferenza delle Capitali europee della Cultura, seguita dalla conferenza internazionale dei Sindaci Unity in Diversity, martedì 6 novembre ore 21.15 al Teatro della Pergola di Firenze verrà presentato tra gli eventi speciali “Solo Goldberg Variations”, in scena Virgilio Sieni con Andrea Rebaudengo al pianoforte sulle “Variazioni Goldberg” di J.S. Bach.

Questo Solo è emblematico della ricerca sviluppata da Virgilio Sieni sui linguaggi del corpo e della danza in continua relazione con la pittura italiana dal 1300 al 1600.
La musica di Bach definisce una metrica e un’architettura immateriale in cui la danza fa affiorare memorie figurative mai citate direttamente, ma evocate in un percorso intimo che chiede condivisione.

Queste le parole di Virgilio Sieni sullo spettacolo: “Non vi è percorso nelle Variazioni Goldberg di Bach. Allo stesso tempo uso il termine improvisation per definire questo lavoro non fondato sull’improvvisazione ma sul riconoscimento e il rinnovamento. Certo, improvviso. Mi lascio cogliere da quella che non è mai una sorpresa ma un divenire impercettibile nell’atto dell’esserci. Spoglio il corpo di quelle pratiche che comunque appaiono nel segno della danza e nel canone sacro della musica finalizzata alla costruzione di una città aurea, vero sogno, vera realtà. ‘Sbrandello’ con rigore il corpo, fissandomi con fatica e dolore, così come con leggerezza e voglia di attraversamento (di essere attraversati da qualcos’altro), sul senso di sparizione: muoversi per sparire, far pesare il corpo per lasciare solo orme e tracce. Penso che le Variazioni Goldberg non siano un invito alla danza, ma un atto di riflessione e introspezione dove niente appare se non un corpo ‘spellato’. Ecco che questo lavoro mi appare come un manifesto, qualcosa di più di un vocabolario di percorso, un atto sulle debolezze, le imperfezioni, lo sforzo, le pieghe e le polveri, qualcosa che vuol trapassare il corpo per donarsi alla figura, qualcosa che rende il corpo pagliaccio tragicomico dell’oggi”.