A sottolinearlo è l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene all’Università di Pisa e responsabile del coordinamento regionale emergenze epidemiologiche dell’Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale della Regione Puglia, che in un post analizza il fenomeno.
“C’è stato il momento della richiesta popolare dei tamponi a tappeto. Spero la gente abbia capito che un tampone negativo alle ore 8:00 non esclude essere positivo alle
ore 8:01 e, sola sola, abbia realizzato che forse hanno ragione gli esperti a fare quello che fanno (si chiamano esperti per questo motivo). Ora è il momento della sierologia. La spinta popolare a fare il test sierologico è forte e, ovviamente, i furbacchioni hanno
fiutato odore di business a lunga distanza”. A sottolinearlo è l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene all’Università di Pisa e responsabile del coordinamento regionale emergenze epidemiologiche dell’Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale della Regione Puglia, che in un post analizza il fenomeno.
“Fatto salvo che il test sierologico è importante come screening di popolazione per evidenziare la circolazione inapparente del virus, cerchiamo ora di capire a cosa serva, al cittadino comune, fare un test del genere”. Gli anticorpi “iniziano ad essere identificabili a
partire dalla fine della seconda settimana dopo l’inizio dei sintomi, quindi più o meno fine della terza settimana da quando abbiamo contratto l’infezione. Questo significa che se io risulto oggi positivo agli anticorpi, comunque per due-tre settimane ho potuto contagiare allegramente chi mi stava vicino. Non serve dunque a identificare i portatori. Per quello serve il tampone