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The State Of the Union, Moavero: “Per UE essenziale adottare politica comune su immigrazione”

È iniziata l’edizione 2019 della conferenza ‘The State of the Union’ organizzata dall’Istituto universitario europeo (Iue). ‘La Democrazia del 21esimo secolo in Europa’, il tema generale della tre giorni fiorentina (2-4 maggio) che mettera’ sotto la lente, spiegano gli organizzatori, “il funzionamento democratico dell’Ue e gli stati membri nella loro capacita’ di rispondere alle aspirazioni e ai bisogni delle generazioni future”; si parlera’ anche di “disinformazione e fake news, di immigrazione e mercato unico” e certamente di elezioni europee.

L”Unione europea non è stata in grado di cambiare quando era il momento perché è mancata “la lungimiranza che caratterizza i leader di razza, quella lungimiranza che avevano i leader degli anni ”50. Ora siamo prigionieri di una quotidianità molto complicata”,  ha detto il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi intervenuto questa mattina.

“L”Europa ha difficoltà ad affrontare i grandi shock recenti come la crisi finanziaria globale e i flussi migratori, cosa che dimostra la necessità di una profonda riflessione e revisione istituzionale – ha aggiunto Moavero -. Il sistema che si è cercato di introdurre con le revisioni dei trattati ad Amsterdam, Nizza, Lisbona, non dimentichiamo il tentativo di trattato costituzionale, non risolve la situazione, anche se con ognuno di questi passaggi c”è un segnale positivo, con maggiori decisioni a maggioranza in seno al consiglio. Tuttavia il sistema non è tale da consentire all”Europa di affrontare il grande fenomeno del nuovo millennio, che è la globalizzazione”. 

Per l’Unione Europea “è essenziale adottare una politica comune sull’immigrazione” e questo è possibile sulla base dei Trattati già esistenti. Il ministro ha sottolineato come non debba esservi solo un’iniziativa di risposta al flusso di migranti che arriva in Europa ma “anche di intervento “in quei paesi da dove parte l’emigrazione a causa di guerre, mancanza di libertà, situazione economica”. “Le basi legali” per costruire una “vera politica comune” sui migranti esistono nei Trattati, ha osservato il ministro ribadendo la richiesta di proposte legislative che consentano una simile iniziativa.

Nell’Unione Europea “non c’e’ una vera politica estera comune, come non c’e’ una politica di difesa”, ha conitnuato il Ministro riferendosi alla sua personale esperienza di capo della diplomazia italiana e sottolineando quanto una politica comune in questo campo sia “essenziale per la sicurezza dei cittadini europei”, per esempio per quanto riguardo il contrasto al terrorismo. Moavero ha ricordato come una delle cause della mancanza di una politica comune sia il meccanismo dell’unanimità che regola l’adozione delle decisioni. “I trattati dicono che tutto deve essere deciso in maniera unanime e per consenso le decisioni di politica estera”, ha detto suggerendo invece che le decisioni siano “prese invece a maggioranza”. “E’ rivoluzionario ma fattibile”, ha detto.

“Noi non riteniamo mai le opzioni militari delle opzioni. La nostra Costituzione è esplicita: l”Italia ripudia e rinuncia alla guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Mi riconosco totalmente nel dettato costituzionale.” In Libia l”Italia opera, ha proseguito il Ministro, “mantenendo un dialogo inclusivo con tutte le parti affinché si possa arrivare ad evitare l”escalation, a ridurre la conflittualità, ristabilire la pace, riprendere il processo di stabilizzazione ed arrivare a dare al popolo libico la parola per darsi delle istituzioni libere e democratiche”.

“La ripresa del conflitto è stata ed è indubbiamente un evento assolutamente malaugurato”, ha spiegato Moavero, secondo cui “il percorso” per la pace “è estremamente difficile come vediamo, lo vediamo da svariati anni, non è una novità” ma rimane un percorso “che non può che svolgersi sotto la guida delle Nazioni Unite, ed è il motivo per cui noi operiamo in stretto collegamento con l”Onu e con l”attuale rappresentante permanente”, ha concluso il Ministro.

Le parole del presidente dell’Istituto Universitario Europeo, Renaud Dehousse.

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