Il 30 novembre del 1786, grazie al Granduca Pietro Leopoldo, la Toscana adottò un nuovo codice penale che per la prima volta nel mondo non prevedeva la pena di morte.
Quando fu introdotta, era il 2001, ci trovavamo in una congerie storicopolitica completamente diversa. La lega se secessionista di Bossi era al governo e da sinistra si pensava ad un Regionalismo ‘buono’ ‘moderato’ da contrapporre alla volontà dichiarata di voler spaccare il Paese. Oggi che la lega è diventato un partito nazionalista la  La Festa della Toscana torna, come ogni anno,  il 30 Novembre per ricordare la centralità di tutti i diritti a partire da quello alla vita. La Festa si celebra infatti il giorno in cui, la Toscana nel lontano 1786, adottò un nuovo codice penale che per la prima volta nel mondo non prevedeva la pena di morte.
Ricordando, come ha fatto il presidente del consiglio Regionale Antonio Mazzeo che ancora metà degli Stati al mondo mantengono la pena capitale nel proprio ordinamento, a partire dagli Stati uniti, oggi la Festa edizione 2021 si concentra su altri diritti: quello di essere al riparo dalla violenza ad esempio, e da quella verbale in particolare. L’evento clou della Festa quest’anno infatti sarà l’iniziativa che si svolgerà nel pomeriggio del 30 al Cinema Teatro della Compagnia, a partire dalle 15,  dal titolo ‘la toscana che non odia. Contrasto all’hate speech e sottoscrizione del manifesto per la comunicazione non ostile. Prima, in mattinata, il consiglio regionale solenne a palazzo Panciatichi. Ancora prima, in mattinata, la giornata inizierà à con un omaggio sulla tomba di Gregory Summers lo statunitense condannato a morte e giustiziato nel 2006, sepolto per sua volontà nel cimitero comunale di Cascina dopo anni passati nel braccio della morte, durante i quali intrattenne un rapporto epistolare coi ragazzi della scuola Luigi Russo di Navacchio.
Nel 1991 Gregory Summers venne condannato a morte perché ritenuto colpevole di aver commissionato l’omicidio dei propri genitori adottivi. Summers ha sempre dichiarato con forza la propria innocenza e prima di essere giustiziato nel carcere di Huntsville, chiese al presidente degli Stati Uniti di essere tumulato in Toscana, la terra che per prima al mondo, per volontà del Granduca Pietro Leopoldo, il 30 novembre 1786 abolì la pena capitale e la tortura.