I 10 agenti, con i legali Manfredi Biotti e Stefano Cipriani, avevano scelto la strada del rito abbreviato dopo essere stati accusati del pestaggio di un detenuto durante un trasferimento coatto di cella avvenuto a ottobre 2
Condannati per torture e lesioni aggravate 10 agenti della penitenziaria in servizio, a ottobre 2018, nel carcere di San Gimignano (Siena): le pene vanno da 2 anni e 3 mesi a 2 anni e 8 mesi. Questa la sentenza del gup di Siena Jacopo Rocchi dopo quasi 3 ore di camera di consiglio. I 10 agenti, con i legali Manfredi Biotti e Stefano Cipriani,
avevano scelto la strada del rito abbreviato dopo essere stati accusati del pestaggio in carcere ai danni di un detenuto durante un trasferimento coatto di cella avvenuto a ottobre 2018. Il pm Valentina Magnini aveva chiesto condanne a 3 anni per 8 agenti, 2 per un altro e 22 mesi per il decimo imputato.
Sentenza accolta in lacrime da parte di alcuni degli agenti penitenziari presenti in aula alla
lettura della condanna da parte del gup di Siena Jacopo Rocchi. Bocche cucite e occhi rossi all’esterno dell’aula per i 9 agenti presenti che si sono raccolti in cerchio per commentare insieme ai legali la sentenza e poi lasciare il tribunale da un’uscita secondaria. In tutto, gli imputati sono 10. Assente in aula il detenuto che sarebbe stato vittima del pestaggio nel carcere di San Gimignano tre anni fa che ha portato alle indagini e alla
sentenza di oggi.
Il processo ai 10 agenti è un troncone del procedimento sul pestaggio del recluso, di origine tunisina, detenuto per reati di droga, che risalirebbe all’11 ottobre 2018 quando nel
corridoio largo due metri dell’istituto penitenziario si verificarono attimi concitati, 4 minuti di caos ripresi dalle videocamere di sorveglianza. Nell’ambito delle stesse indagini
sono stati rinviati a giudizio altri 5 agenti che hanno scelto il processo con rito ordinario: la prima udienza è fissata per il 18 maggio. Già condannato dal gup di Siena a quattro mesi di
reclusione il medico dello stesso penitenziario, accusato di rifiuto di atti d’ufficio perchè si sarebbe rifiutato di visitare e refertare il detenuto.