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Toscana, affluenza alle urne in calo rispetto al 2019

Oltre alla debacle a livello nazionale, dove l’affluenza alle urne per le europee rispetto al 2019 deve fare i conti con un calo storico – non arriva al 50% – anche la Toscana è preceduta da un segno meno, contando alle urne il 59,08% degli aventi diritto. Il dato segna una flessione rispetto al 65,75% delle europee 2019. A ben vedere, l‘affluenza è in calo un po’ ovunque, quella più alta si è registrata a Firenze (65,07%), che perde circa cinque punti rispetto al 70,21% del 2019. Seguono Prato (64,12%), Siena (64,09%), Pisa (60,96%) e Arezzo (60,63%). Non arriva al 60% l’affluenza a Livorno (58,66%), Pistoia (55,20%) e Grosseto (54,42%). Massa Carrara e Lucca fanalini di coda con votanti al di sotto del 50%.

Riaggomitolando il filo, invece, sul fronte amministrativo, l’affluenza nelle 2.420 sezioni è stata più alta rispetto a quelle europee, pari al 63,84%, era il 68,84% alle precedenti elezioni. Come una cabala, la discesa è sempre di circa 5 punti percentuali. Zommando nel capoluogo toscano, presso i 360 seggi è andato a votare il 64,42% dei cittadini, nel 2019 si era toccata quota 68,06%. A Prato ha votato il 63,99% degli aventi diritto, nel 2019 erano il 68,51. A Livorno si segna il 55,13%, e anche qui sensibilmente sotto la precedente statistica (62,58%).

Tirate le somme c’è da chiedersi a cosa si deve questo astensionismo, divenuto protagonista più della politica e il più alto nella storia repubblicana. Tra fattori demografici e culturali, i media si affrettano a stigmatizzare l’epoca soprattutto con l’indebolimento dei partiti e, aggiungiamo, con uno scollamento tra elettorato e rappresentanti politici che va avanti da molto, troppo tempo.

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