‘Calo produzioni a macchia leopardo per fenomeni meteo estremi’. Tra caldo intenso, piogge e malattie, il 2023 è stato un anno difficile per i vigneti toscani.
E’ quanto afferma in una nota la Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali Toscana, secondo cui “le produzioni hanno subito un calo a macchia di leopardo, con riduzioni importanti in alcune aree della regione” anche perché “i frequenti fenomeni estremi, come lunghi periodi di siccità, alternati a grandinate, gelate e forti precipitazioni, hanno messo sotto stress i vigneti”.
Infatti, secondo gli agronomi, “notevole è stata la differenza nella pressione delle malattie fungine, come la peronospora, anche in vigneti a poca distanza gli uni dagli altri: quelli bagnati più frequentemente dalle piogge o localizzati in zone più umide hanno subito gli attacchi più pesanti, che hanno compromesso frazioni importanti di produzione”.
A Firenze e Siena vitigni come Merlot e Malvasia bianca e nera hanno mostrato una maggiore sensibilità e riportato i maggiori danni, mentre il Sangiovese ha mantenuto produzione e qualità nella maggior parte dei casi. Sulla costa, come nel basso livornese e in alcune zone del grossetano, i vigneti sono stati meno colpiti rispetto a molte altre aree della Toscana. La gestione fitosanitaria del vigneto, affermano gli agronomi, si è fatta inoltre più complicata nelle aziende biologiche.
“I Regolamenti Comunitari – spiegano – hanno ridotto significativamente il numero e la quantità di fitofarmaci utilizzabili e, in queste condizioni, la conoscenza approfondita dei patogeni e delle loro dinamiche è diventata più che mai essenziale”.