Mer 25 Dic 2024
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Toscana, covid: forte aumento tra i giovani dei casi di disturbi alimentari

Il dato già emerso durante gli Stati generali della salute, è stato confermato questa mattina in commissione sanità del Consiglio regionale della Toscana nel corso delle audizioni dei dirigenti delle Asl della Toscana, delle Aziende ospedaliero universitarie di Firenze, Pisa, Siena, del Meyer e dei responsabili dei Dca.

I disagi dovuti al lockdown hanno fatto “esplodere i disturbi del comportamento alimentare“: i disturbi del comportamento alimentare nei giovani e nei giovanissimi sono sempre più frequenti e, anche in Toscana, i casi hanno registrato un’impennata in epoca di pandemia. Il dato, spiega una nota, già emerso durante gli Stati generali della salute, è stato confermato questa mattina in commissione sanità del Consiglio regionale toscano nel corso delle audizioni dei dirigenti delle Asl della Toscana, delle Aziende ospedaliero universitarie di Firenze, Pisa, Siena, del Meyer e dei responsabili dei Dca.

La responsabile per il Meyer Lucilla Bonvini, a cui afferiscono casi da tutta la Toscana e da tutti i servizi, ha spiegato che i pazienti, al giugno del 2021, sono aumentati di 4 volte rispetto agli anni precedenti. E se negli ultimi anni si era assistito a un calo dei ricoveri, adesso si registra un raddoppio. Numeri che creano problemi nella gestione. Anche da parte di Careggi è stato confermato un aumento. Valdo Ricca ha però sottolineato come il sistema di assistenza integrata messo in piedi abbia permesso di contenere la mortalità allo 0,4%, quando la letteratura internazionale parla di una mortalità che si aggira sul 5%. Simile la situazione descritta per le altre aziende e strutture della Toscana”.

Dai vari interventi sono emerse alcune richieste comuni: “implementare il lavoro in rete, vista la complessità delle patologie che tocca molti aspetti; aumentare le risorse a disposizione, che non bastano più; rafforzare l’assistenza ambulatoriale e di formare medici e pediatri di famiglia, perché è importante una diagnosi precoce per prevenire cronicizzazioni. Ancora, quella di avere percorsi di cura ben definiti e variegati, che al momento non sono prefissati chiaramente soprattutto per quanto riguarda i ricoveri. Difficoltà si riscontrano per tutti i pazienti, ma soprattutto per la fascia dai 15 ai 18 anni, quando i ragazzi sono troppo grandi per essere curati in pediatria ma un ricovero in psichiatria non risponde alle loro necessità. Gli addetti ai lavori hanno evidenziato due ulteriori tendenze: il fatto che il disturbo del comportamento alimentare sia sempre più spesso una manifestazione che si accompagna a una serie di altri disturbi psicologici o psichiatrici, e l’abbassarsi dell’età dell’insorgenza dei disturbi. Ormai ci si ammala dai dodici-tredici anni e ci sono casi di ricoveri di bambini di dieci”.