Si intitola ‘Prima le persone Contro il decreto Salvini’ (Castelvecchi editore) il libro del presidente emerito della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick e del governatore toscano Enrico Rossi sulla battaglia della Regione Toscana contro il decreto sicurezza voluto dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Il volume, a cura di Pasquale Terracciano, illustra il ricorso che la Regione Toscana ha presentato alla Corte costituzionale contro il Dl sicurezza e la proposta di una legge regionale per i cosiddetti ‘diritti samaritani’ per i migranti.
Il volume, spiega una nota, contiene due prefazioni: la prima, a firma di Giovanni Maria Flick, entra nel merito delle questioni di costituzionalità poste dal decreto Salvini. La seconda è di Enrico Rossi: “Ci siamo opposti sul piano giuridico e sul piano politico”, scrive Rossi, perché “questa legge ha segnato un punto di rottura con la nostra Costituzione” e “se l’obiettivo è incattivire gli animi – si legge nel testo -, creare più clandestini per fomentare più insicurezza e più tensione, e poi proporsi come sceriffi per governarla, il Decreto sicurezza di Salvini è un’ottima legge”.
La Toscana ha presentato il ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto sicurezza a fine gennaio 23019. A motivare il ricorso il fatto che il decreto Salvini, poi convertito in legge, “ha cancellato il permesso di soggiorno per motivi umanitari con l’impossibilità di rinnovo per chi già ce l’aveva, ma ha anche vietato l’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo, oltre ad aver esteso il Daspo urbano a ospedali e presidi umanitari”. In particolare la Toscana ricorre contro l’articolo 1, decimo comma lettera B ed ottavo comma del decreto 113 del 2018, parlando a nome di oltre sessanta amministrazioni comunali.
Per il governatore Enrico Rossi, “è evidente come in questo modo si ostacoli il soddisfacimento di diritti fondamentali e universali che appartengono alla persona e già ribaditi da più sentenze”, e “c’è anche un problema di sicurezza, perché la cancellazione dei permessi umanitari creerà dei ‘fantasmi’ nella nostre città, visto che non si potranno certo espellere tutti poiché l’Italia non ha accordi di rimpatrio con i paesi di provenienza. Occorre integrare e garantire più diritti, altrimenti si creano tensioni. Facciamo una battaglia su un fondamento di civiltà e la facciamo a testa alta”.
Per l’assessore toscano alla presidenza, con delega all’immigrazione, Vittorio Bugli, con il Dl sicurezza “si ledono e si incide anche sulle competenze regionali e dei Comuni, limitando la possibilità di continuare ad erogare ad esempio servizi, che da questi enti dipendono, in materia sociale e sanitaria, di istruzione e formazione professionale in tutti questi anni erogati. Per questo ricorriamo”.