Mar 5 Nov 2024
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ToscanaSanitàToscana: parte numero unico per emergenze in ospedale

Toscana: parte numero unico per emergenze in ospedale

Si tratta di un numero conosciuto e utilizzato solo dagli operatori sanitari che in caso di eventi traumatici all’interno degli ospedali (una caduta dal letto o dalle scale, un infarto) mette in moto un’assistenza tempestiva da parte di un team di medici e infermieri formati per rispondere alle emergenze.

Entra in funzione in tutti gli ospedali della Toscana il numero unico per le emergenze intraospedaliere. Lo ha annunciato oggi a Firenze l’assessore regionale al diritto alla salute, Stefania Saccardi.

“Quando un evento traumatico avviene fuori dall’ospedale – ha spiegato l’assessore Saccardi – viene chiamato il 118. In ospedale no, perché culturalmente siamo orientati a pensare i nostri ospedali come luoghi estremamente sicuri. In realtà non è così, incidenti ed eventi avversi si possono verificare anche dentro l’ospedale. Ed è necessario intervenire con tempestività e nella maniera giusta. Il numero unico intraospedaliero aumenta la sicurezza per tutti coloro che a vario titolo, pazienti, visitatori, operatori, si trovano all’interno delle aree ospedaliere”.Quella avviata dalla Toscana  è la prima esperienza italiana strutturata a livello regionale.

In pratica si tratta di un numero conosciuto e utilizzato solo dagli operatori sanitari che in caso di eventi traumatici all’interno degli ospedali (una caduta dal letto o dalle scale, un infarto) mette in moto un’assistenza tempestiva da parte di un team di medici e infermieri formati per rispondere alle emergenze.  Il numero è stato attivato in tutti i 43 ospedali della regione, dove sono stati identificati i team dell’emergenza intraospedaliera, composti da professionisti estremamente qualificati, in grado di garantire 24 ore su 24 la risposta a queste emergenze e indirizzare i pazienti nel percorso più adeguato di diagnosi e cura all’interno dell’ospedale dove è accaduto il fatto o in un’altra struttura.

Con questo servizio, ha aggiunto Matteo Nocci, coordinatore e responsabile scientifico del gruppo di lavoro sul progetto, “si vuole garantire maggiore sicurezza, risolvere alcune criticità, favorire il lavoro dei professionisti e pareggiare alcune disparità tra i diversi ospedali”.

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