I dati dall’Osservatorio elettorale della Regione Toscana. Omogenea la presenza del M5S, con una percentuale più bassa nelle tre città maggiori, mentre la Lega risulta decisamente più radicata nei piccoli comuni
In Toscana il Pd resta tendenzialmente nella maggioranza dei comuni, salvo quelli più piccoli; al contrario, il M5S fa più fatica nei comuni maggiori, come la Lega, che ha le sue roccaforti in quelli di dimensione minore. Sono alcune delle considerazioni effettuate, sulla base dei risultati delle elezioni politiche del 4 di marzo, dall’Osservatorio elettorale della Regione Toscana, curato da Antonio Floridia e Antonio Folchetti. Analizzate le classi demografiche dei comuni, distinte in cinque gruppi: inferiori ai 3.000 abitanti; tra 3 e 10mila; tra 10 e 30mila; tra 30 e 100mila; oltre 100mila (Firenze, Livorno, Prato). I dati indicano che il Pd è il primo partito in tutte le classi tranne quella dei comuni più piccoli. Omogenea la presenza del M5S, con una percentuale più bassa nelle tre città maggiori, mentre la Lega risulta decisamente più radicata nei piccoli comuni e la sua “linea” appare discendente al crescere della dimensione demografica. Fi è più forte nei piccoli comuni e appare comunque abbastanza omogenea in tutte le altre classi intermedie, ma sotto la media regionale nelle città maggiori. Piuttosto omogeneo anche il voto di Fdi. Leu, Potere al Popolo e Più Europa presentano, al contrario, un voto decisamente “urbano” e “metropolitano”: in misura particolare Liberi e Uguali, che nelle tre città maggiori ottiene una percentuale quasi doppia rispetto a quella dei comuni minori. L’Osservatorio rileva anche che dal 4 di marzo emerge un quadro politico in regione ormai definitivamente ‘tripolarizzato’, a differenza di quanto avveniva nel passato anche recente, nel quale reggeva una struttura bipolare ‘centrodestra – centrosinistra’. Nel ‘vecchio’ assetto, le formazioni di centrosinistra ottenevano comunque una percentuale di consensi che si collocava tra il 50 e il 60% dei voti: nel 2018, il centrosinistra raccolto attorno al Pd si colloca al 33.7% e la sinistra al 7,8%. A fronte di questo, spicca il dato del M5s che conquista un quarto dell’elettorato regionale. Il centrodestra ottiene nel 2018 una percentuale inferiore a quella delle elezioni del passato ventennio e con una forte modifica dei rapporti di forza interni alla coalizione, che vedono oggi prevalere la Lega