Società Italiana Pediatria: ‘in molte regioni la circoncisione costa troppo’.
Solo la Toscana garantisce l’accesso alla circoncisione per motivi religiosi gratuitamente, mentre molte regioni non danno nessun tipo di accesso e alcune chiedono un ticket che comunque è troppo alto per le persone socialmente più deboli. Sono i risultati preliminari di uno studio condotto dalla Società Italiana di Pediatria sul tema, tornato alla ribalta dopo la morte del bimbo a Genova.
“Attraverso le nostre sedi regionali abbiamo svolto un monitoraggio nelle Regioni, che non è ancora concluso ma che ha già qualche risultato – spiega Simona La Placa, responsabile del gruppo di lavoro per il bambino migrante della Sip -. Solo la Toscana, attraverso una legge regionale, garantisce gratuitamente la procedura. In altri casi c’è un ticket che va da 250 a 1500 euro, quindi spesso superiore alle possibilità di una famiglia disagiata, ma la grande maggioranza delle regioni non dà alcun tipo di accesso alla procedura in strutture pubbliche. In questi casi si accede quindi attraverso la libera professione, a cifre ancora superiori”. Una dimensione del fenomeno è difficile da stimare, continua l’esperta.
“E’ una pratica sommersa – spiega La Placa – di cui vediamo solo la punta, costituita non solo dai bimbi che muoiono ma da quelli che riportano emorragie e altre complicanze dell’intervento ‘fatto in casa’. Bisognerebbe trovare un compromesso tra l’inserimento nei Lea che viene chiesto da più parti, che appare difficile anche perchè la procedura non ha una motivazione medica, e questa situazione, magari con un atto ministeriale che garantisca la possibilità di fare la circoncisione a prezzi accessibili. Non possiamo rimanere a guardare”.