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🎧 Cocaina nei container delle banane, Livorno nodo cruciale del narcotraffico

cocaina

Un traffico di droga internazionale, che vede alleati differenti clan e organizzazioni criminali italiane ed estere e ha in Toscana il suo centro operativo, è finito nel mirino della Procura Antimafia di Firenze al termine di un lungo periodo di indagini da parte dei nuclei specializzati dell’Arma. Sul nostro territorio lo smercio era gestito da un cittadino albanese titolare di un B&B in Via Martelli, nel cuore di Firenze. L’inchiesta ha portato anche a sventare un attentato ai danni di una persona di origini calabresi per dissidi maturati all’interno del network criminale.

Un servizio turistico di facciata in pieno centro storico a Firenze. Così un cittadino albanese di 44 anni, Albert Turja, insieme alla moglie e al fratello Roland di 38, aveva trovato il paravento apparentemente perfetto per nascondere attività di ben altra natura, relative al traffico di droga. Un giro gestito a livello toscano dal boss residente a Santa Croce sull’Arno, ma operativo all’ombra della Cupola del Duomo e ora indagato insieme ad altre 6 persone, oltre a 18 perquisiti, misure cautelari disposte dal Gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

I Capi d’accusa sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, in particolare la cocaina in arrivo dall’America Latina al porto di Livorno nei container di Banane. Un network criminale intercettato grazie alle indagini del nucleo investigativo dell’Arma di Borgo Ognissanti sviluppatesi tra gennaio 2021 e la fine del 2022 e che ha portato a galla una rete tra Firenze, Lecce, Cosenza, Torino, Prato, Reggio Calabria e Vibo Valentia, con quest’ultima come cabina di regia per lo smercio in tutto lo Stivale attraverso auto provienienti dall’Albania dotate di doppio fondo.

Nel corse delle attività sono state poste sotto sequestro 7,6 chili di cocaina, 650 grammi di marijuana, 20mila euro in contanti e orologi di valore, oltre a un’abitazione in provincia di Firenze. Un’operazione importante, condotta in collaborazione con altre procure distrettuali antimafia italiane, da cui emerge il forte radicamento delle ndrine calabresi e di consorterie mafiose italiane ed estere nel territorio toscano.

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