Avevano messo in piedi un’attività organizzata per il traffico illecito dei rifiuti ma sono stati scoperti dalle fiamme gialle di Cosiglioncello (Livorno) con l’operazione ”Clean Economy”, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Firenze: coinvolte due società, una di Livorno e l’altra di Rosignano Marittimo e cinque persone, amministratori di fatto o di diritto, soci o legali rappresentanti aziendali.
L’operazione è scattata in seguito a indagini fiscali nei confronti delle due società e di una terza impresa sempre di Livorno, già oggetto di indagini nel contesto di un altro procedimento penale, tutte attive nel settore del commercio all’ingrosso di rottami ferrosi. Ricostruiti oltre 60.000 conferimenti di rottami metallici, parti di autoveicoli e di elettrodomestici, di pezzi meccanici e di rame, per un valore complessivo di oltre 12 milioni di euro, che circa 6.000 privati cittadini e titolari di ditte, nel periodo dal 2012 al 2016 hanno effettuato a favore delle tre società. Gli accertamenti di polizia finanziaria hanno poi permesso di ricostruire gli incassi non dichiarati al fisco, pari a circa 3.000.000 di euro. Nei confronti delle due società e delle cinque persone che, grazie all’organizzazione del traffico di rifiuti avevano ottenuto un guadagno indebito di 1,8 milioni di euro, è scattato il sequestro di disponibilità finanziarie, partecipazioni societarie, autovetture e di tredici unità immobiliari, per un importo di 1,3 milioni di euro.
“La commercializzazione di rottami in nero è una pratica molto pericolosa perché questi rifiuti viaggiano senza un formulario e quando vengono conferiti agli ‘sfascia carrozze’ non c’è una cernita e un controllo o un’analisi sulla loro origine, sostanzialmente ignota – spiega il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Livorno, colonnello Gaetano Cutarelli – Le aziende così risparmiano sulle spese di recupero e ottengono un ingiusto profitto che, nel caso di specie, è stato sequestrato per 1,3 milioni di euro. I 49 conferitori individuati, privati o ditte, sia italiani sia nordafricani o dell’est-Europa, sono stati tutti verificati dalla Gdf riscontrando complessivamente 3 milioni di guadagni non dichiarati in relazione a 20mila tonnellate di materiale ferroso ceduto in nero”. Le 3 aziende e i 5 amministratori, precisa il colonnello Cutarelli, “erano al riparo dalle restrizioni della pandemia ma hanno subito tra l’altro il sequestro di 4 auto, 6 appartamenti e 7 garage. Il controllo e il successivo corretto riciclaggio e trasformazione di questi materiali ferrosi è molto importante perché consente che essi non siano dispersi nell’ambiente”. I militari delle Fiamme Gialle livornesi hanno fatto 49 verifiche sui I militari delle Fiamme Gialle livornesi hanno fatto 49 verifiche sui più importanti conferitori della zona. Altri 5.951 sono stati segnalati ad altri reparti della Guardia di Finanza su tutto il territorio nazionale.