I progettisti “ci hanno presentato molte soluzioni” per la linea 3.2 della tramvia di Firenze che dovrebbe passare per i viali: “Naturalmente ognuna di queste può a sua volta aprire delle difficoltà o meno, in linea generale però noi siamo soddisfatti, perché è la prova che si poteva e si può fare di più”. Lo ha affermato Andrea Pessina, soprintendente al paesaggio per la città metropolitana di Firenze.
Il confronto fra Soprintendenza e Palazzo Vecchio, ha spiegato ancora Pessina a margine di un convegno dell’Adsi, “si era sospeso prima delle elezioni e ora sono contento di poterlo riprendere, mi auguro anche di concludere velocemente con una soluzione che tenga conto di tutte le esigenze”.
Per l’ipotesi di sottoattraversamenti in piazza della Libertà e piazza Beccaria, secondo il Pessina c’è da verificare “la possibile presenza dei resti della cinta muraria demolita alla fine dell’800”, ma “siccome i sottopassi consentirebbero di ridare unità alle piazze, che attualmente sono diventate delle semplici aiuole spartitraffico, io credo che questo non possa che essere visto favorevolmente da tutti, sempre che si possa realizzare.”
Le dimore storiche “devono essere abitate” proprio “ai fini di garantirne la tutela”. Ha spiegato sempre Andrea Pessina ai giornalisti presenti. “Una tutela troppo rigida che dovesse portare all’abbandono delle dimore otterrebbe l’effetto contrario, cioè condannare questi edifici all’incuria e via via anche ad un lento degrado”, ha evidenziato. L’equilibrio fra conservazione e valorizzazione, ha aggiunto il soprintendente, “va cercato costantemente, anche perché è evidente che ogni edificio ha una sua storia a sé, quindi è quanto mai sbagliato pensare a delle ricette preconfezionate. E’ però altrettanto evidente che ci deve essere una costante ricerca di incontro tra le esigenze del privato che è possessore del bene e quelle che sono poi invece le esigenze proprie dei beni culturali”.
Per Pessina “è naturalmente un lavoro continuo che deve tener conto anche dell’evoluzione dei tempi e del contesto socioeconomico generale”, ma comunque “l’evoluzione tecnologica ormai spesso riduce gli impatti degli impianti, e offre sempre nuove soluzioni maggiormente rispondenti alle nostre esigenze”.