Parabola discendente per l’economia toscana: nella prima parte dell’anno ha ulteriormente rallentato portando avanti il trend del 2022. E’ quanto emerge dal report sull’aggiornamento congiunturale presentato dalla Banca d’Italia. Le prospettive, segnate anche dai recenti eventi alluvionali, parlano di andamenti deboli, compensati in parte dal graduale recupero del potere d acquisto delle famiglie e dall’attuazione del PNRR.Â
A restituire i dati della perdita di slancio dell’economia toscana nei primi sei mesi del 2023, è Bankitalia che stamani ha presentato il report sull’andamento congiunturale. Mario Venturi, Direttore della sede di Firenze, parla di un trend che va avanti dalla fine del 2022. “L’inflazione, seppure in leggera diminuzione, continua ad erodere il potere d acquisto delle famiglie e impatta sui consumi. Le condizioni di finanziamento restrittive frenano l’attività di investimento delle imprese che già risentono della situazione geopolitica a livello internazionale”. Il distretto manifatturiero, ad esempio, ha rivisto a ribasso i piani di investimento per il 2023. Infine, la minore vivacità degli scambi commerciali ha un risvolto negativo anche sull’export, che si ferma al +2,5% (in termini reali). In sintesi, il prodotto interno lordo della Toscana registra un aumento dell’ 1%, inferiore di quasi tre punti percentuali alla media nazionale della crescita del 2022. Lo studio, sul fronte produttivo, è stato fatto su un campione di 380 aziende, evidenziando come inflazione e politica monetaria abbiano determinato in generale un calo di investimenti, di consumi, di esportazioni. “Si soffre – ha aggiunto Venturi – l’onda lunga della pandemia”, per quanto l’indebolimento non si è riflesso troppo sull occupazione che sul territorio registra una crescita dell 1,1 %. In particolare, crescono i contratti a tempo indeterminato nel settore privato non agricolo, mentre quelli i a tempo determinato sono meno e si concentrano nei settori del turismo. L’indebitamento delle famiglie ha registrato una decisa decelerazione, soprattutto nella componente dei mutui per l’acquisto di abitazioni (2,2 per cento a giugno; 5,9 a dicembre scorso), frenati dal significativo rialzo dei tassi di interesse (nel secondo trimestre il tasso di interesse medio sui nuovi mutui è salito al 4,3 per cento; era 3,5 a dicembre). L’aumento del costo opportunità di detenere liquidità ha determinato una ricomposizione del risparmio finanziario verso depositi vincolati, titoli di debito e fondi comuni. Per il prossimo sementre, Bankitalia fa sapere che le aspettative di acquisti e vendite sono orientate a una dinamica molto debole su cui, inutile dirlo, vanno a incidere anche i recenti eventi alluvionali. Si parla sopratutto di rischi al ribasso che potranno essere smorzati dal graduale recupero del potere d acquisto delle famiglie e dall’attuazione del PNRR, in specie a beneficio dei piccoli comuni.