Cuochi assunti come camerieri, bagnini “tuttofare”, addette alle pulizie pagate non a ore ma a stanza: il turismo in Toscana vola, ma tanti lavoratori hanno scarsi diritti e tutele. Bernardini (Filcams Cgil): “No al ritorno dei voucher, domani saremo in piazza a Roma”. Al via la campagna della Filcams (“Non c’è turismo senza tutele”) con iniziative sulle spiagge toscane per informare i lavoratori del settore sui loro diritti.
Cuochi assunti come camerieri e camerieri assunti a un terzo delle ore reali di lavoro; addette alle pulizie pagate con tre euro per ogni stanza pulita, un nuovo “cottimo”; lavoratori a chiamata senza garanzia dell’orario minimo stabilito dal contratto nazionale; bagnini “tuttofare” a cui viene chiesto di svolgere ulteriori mansioni invece che sorvegliare la spiaggia. A questo si aggiunge il lavoro svolto completamente al nero e la messa in prova non retribuita, magari cambiando a ripetizione le persone “da provare”.
Sono le storie che arrivano alla Filcams Cgil da tutta la Toscana, nel pieno della stagione turistica. Storie che raccontano di diritti negati, retribuzioni più basse e deroghe alle norme del Contratto Nazionale: certo non sempre e dappertutto è così, ci sono molte aziende che rispettano le regole, ma troppo spesso si verificano e vengono denunciate queste pratiche. Ogni anno in Toscana – tiene a evidenziare la Filcams Cgil – sono centinaia le cause di lavoro nel settore turistico, la maggior parte delle quali vinte dal lavoratore.
In questo quadro di lavoro precario e svilito, si rileva, invece, che il turismo resta un settore in forte crescita, che rappresenta quasi il 12% del Pil toscano. Nella regione, nel 2017 le risorse entrate sono salite del 9%, le presenze del 3,8%, gli arrivi del 6,3%; sono arrivati in Toscana 46,3 milioni di turisti attraverso le strutture ufficiali, e 44 milioni in quelle non ufficiali (bed ‘n’ breakfast, piattaforme come Air Bnb). E per il 2018 le stime parlano di un aumento di almeno di oltre 2 milioni di turisti che porteranno gli arrivi a più di 103 milioni. L’unica cosa che non cresce in maniera proporzionale sono gli occupati, circa 150mila.
Anche per questo la segretaria della Filcams Cgil Toscana Cinzia Bernardini dice: “Un ritorno dei voucher? No grazie”. Nel 2016 i voucher venduti in Toscana furono circa 12 milioni, e quasi 3 milioni di questi erano nel turismo. Per il 30%, furono dati a lavoratori che già avevano operato nella stessa azienda, sostituendo così contratti a termine regolari e mettendo a rischio la possibilità di ottenere successivamente la Naspi(ex indennità di disoccupazione). E’ quindi un “no” fermo, quello di Bernardini, alla reintroduzione dei voucher a cui il governo sta pensando: “Una mossa che abbasserebbe il costo del lavoro, coprirebbe e legittimerebbe il lavoro nero . Inoltre il lavoro stagionale non può essere confuso con il lavoro occasionale, utilizzare i voucher significherebbe togliere a quei lavoratori l’applicazione del Contratto nazionale e quindi diritti importanti come la malattia, l’orario di lavoro, la maternità, oltre che privare della Naspi migliaia di lavoratori, togliendo loro diritti e dignità. Bar e ristoranti (e non solo) utilizzavano i voucher in sostituzione di contratti veri, solo per risparmiare. Quando invece si dovrebbe investire sulla qualità del lavoro perché strettamente legata alla qualità del servizio offerta al turista. Un lavoratore giustamente inquadrato, retribuito e formato è un valore aggiunto per le aziende, ancora di più in questo settore. Il turismo è un settore che incide positivamente sul Pil: e per questo meriterebbe ben altre attenzioni da parte del Governo, il quale invece risponde solo alle sollecitazioni e alle richieste delle associazioni di impresa che anche quest’estate stanno registrando incassi record. Chi chiede la reintroduzione dei voucher perché utili a coprire i picchi di attività, mente sapendo di mentire; il contratto nazionale e le tipologie di lavoro esistenti sono largamente sufficenti a coprire queste necessità. La verità è che si vuole lavoro a poco prezzo e lavoratori ricattabili.
Per queste ragioni la Filcams Cgil aderisce al presidio promosso dalla Flai Cgil (assieme a Fai Cisl e Uila Uil) per dire no alla reintroduzione dei voucher in agricoltura e nel turismo, anche perché sarebbe uno schiaffo al milione e mezzo di cittadine e cittadini che hanno firmato per abolire i voucher stessi su proposta della Cgil. Il presidio è iniziato ieri, si tiene oggi e si terrà domani davanti a Montecitorio in concomitanza con la discussione del Decreto Dignità. Domani sarà lì a Roma anche la Filcams Cgil Toscana. Inoltre, la Filcams Cgil (che con Fisascat Cisl e Uiltucs ha inviato una lettera unitaria sia al Ministro del Lavoro che ai Presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato chiedendo che i voucher non vengano reintrodotti) oggi su Twitter ha lanciato un tweet bombing di lavoratori e delegati per chiedere di non ampliare l’uso dei voucher al ministro Di Maio. Questo il testo del tweet: “Oltre 1,5 milioni di cittadini hanno firmato con la Cgil per dire #ByeByeVoucher. Ora @luigidimaio perché volete nuovi voucher? Contro precarietà e sfruttamento diciamo #VoucherNoGrazie”.
Infine, la Filcams Cgil questa estate ha lanciato la campagna di comunicazione “Non c’è turismo senza tutele”, per informare i lavoratori sulle tutele a cui devono poter avere accesso e diritto: la Filcams Cgil sarà anche questa estate sulle spiagge toscane (il 30-31 luglio e 1° agosto a Tirrenia, in provincia di Pisa, al Bagno degli Americani; l’ultima settimana di agosto nelle spiagge di Massa, Lucca e Grosseto; iniziative previste anche Pistoia, a Livorno ed Isola d’Elba) per dare tutte le informazioni utili sui diritti di precedenza, per controllare le buste paga, la regolarità contributiva e le esperienze lavorative, per fare le domande per la Naspi, i calcoli per la pensione, eccetera. La campagna sarà attiva nei luoghi di lavoro e anche sui social per informare le lavoratrici e i lavoratori del turismo dei propri diritti.